NAPOLI – Dovrebbero essere circa 600 gli agenti delle forze dell’ordine impegnati oggi a Napoli, ai quali vanno aggiunti i 700 steward dislocati allo Stadio San Paolo. Questi i numeri riportati da tgcom24.it in merito alle disposizioni di sicurezza approntate per la partita odierna (fra meno di un’ora) tra Napoli e Roma, valida per la 10a giornata del campionato italiano di Serie A. Uno schieramento imponente e – se vogliamo – esagerato, se pensiamo che si tratta pur sempre di un evento sportivo. E invece non è così. Soprattutto non dopo quello che è successo a Roma il giorno della finale di Coppa Italia 2014 tra lo stesso Napoli e la Fiorentina, quando il tifoso partenopeo Ciro Esposito venne colpito da un proiettile sparato da un ultra giallorosso. La vicenda ha creato tra le due tifoserie una frattura profonda, che la morte del giovane Esposito e le difficoltà nell’identificare il colpevole dell’omicidio hanno contribuito ad accendere ulteriormente nel corso degli ultimi mesi. Finora gli inviti alla calma delle due società e di alcuni supporter celebri sembrano avere avuto l’effetto sperato: non si registrano infatti incidenti né in città né nei pressi del San Paolo. Il fatto però che siano attesi soltanto 40mila spettatori – in uno stadio che ne può contenere quasi il doppio e per un incontro di cartello – è indicativo dell’atmosfera che si respira intorno alla partita. Di sicuro l’orario (le 15 sabato pomeriggio) non è dei più consoni per avere il “tutto esaurito”, ma è anch’esso il prodotto della grande tensione suscitata e del timore di disordini, che hanno indotto le autorità a non far disputare il match di sera. A questo punto però occorrerebbe una seria riflessione: se gli stadi si svuotano e tocca sperare che un rigore (dato o non dato) non esagiti gli animi, probabilmente c’è qualcosa che davvero non funziona e che andrebbe urgentemente cambiato.