Intervista esclusiva a Sergio Sidari, presidente Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia della Federazione Italiana Danza Sportiva (F.I.D.S.)
Ci parli del suo ruolo di presidente e di cosa si occupa il suo ente.
“Il Comitato si occupa – regionalmente – della gestione di ogni attività connessa alla promozione, organizzazione, regolamentazione e sviluppo di tutto ciò che riguarda la danza sportiva, con particolare attenzione alle competizioni e alla formazione di Atleti e Tecnici. Il range di età dei nostro atleti va dai 4 anni agli over 70, le classi di abilità vanno dalla classe D alla classe AS, la cosiddetta classe internazionale, e le molteplici discipline praticate includono anche quelle della danza paralimpica, realtà che in regione è ben rappresentata”.
Come si è avvicinato al mondo dello sport da giovane e come alla politica sportiva?
“Credo che per i giovani la passione dello sport possa trovare terreno fertile o grazie alla scuola oppure grazie alla famiglia. Nel mio caso devo assolutamente ringraziare lo stimolo ed il supporto che ho sempre ricevuto dalla mia famiglia ad esplorare varie discipline sportive per divertirmi e per crescere all’interno dei valori positivi dello sport. Poi, alla danza sportiva, mi sono avvicinato in età adulta e con una passione decisamente molto profonda. Il passaggio alla “politica sportiva” è stato graduale e ha visto la mia trasformazione da atleta in dirigente di associazione, poi in tecnico/atleta e poi ancora in dirigente federale regionale. L’attuale ruolo è senz’altro il più complesso, ancorchè il più interessante, tra quelli ricoperti finora perchè permette comunque di proporre una visione dello sviluppo della danza sportiva in regione e di cercarne la concreta realizzazione. E questo è proprio il motivo per cui mi sono dedicato alla politica sportiva: il tentativo di cambiare in meglio alcune cose senza disperdere quanto di buono esisteva già.
Ha degli sport preferiti?
“Oltre alla danza, che ovviamente seguo ed ancora pratico per piacere personale, mi tengo informato pure di calcio, moto gp e rugby”.
Nel suo attuale ruolo, di quale iniziativa o punto programmatico realizzato è più orgoglioso?
“Siamo stati eletti solo a gennaio 2014, sulla base di un programma elettorale molto dettagliato; a mio giudizio il punto più importante dell’intero programma era quello che vedeva la ricostruzione del rapporto tra associazioni e comitato regionale, con una forte attenzione per i diritti degli affiliati ma, e questo è forse un concetto meno conosciuto per i più, contestualmente anche per i doveri degli affiliati. E l’insieme dei due aspetti che rende il rapporto equilibrato, costruttivo ed efficace. Non posso ancora affermare che questo punto sia stato completamente raggiunto ma il feedback avuto finora è comunque soddisfacente ed incoraggiante”.
Quali sono le difficoltà che può incontrare la sua mansione con il territorio?
“Senza troppi giri di parole credo che la difficoltà maggiore incontrata dalla danza sportiva, e conseguentemente da chi la rappresenta sul territorio, sia tuttora rappresentata dal fatto di non essere considerata uno sport a tutti gli effetti con tutto ciò che ne consegue in termini di “immagine sportiva” e di spazio che le nostre discipline possono trovare per esempio sulle pagine dedicate, appunto, alla sport. Pur sottolineando, con piacere, la forte connotazione artistica legata alla nostra attività, desidero tuttavia rimarcare come la preparazione fisica, l’attivazione cardiocircolatoria ed il dispendio energetico misurato durante la performance, siano stati oggetto di studi specifici a livello federale il cui esito esalta assolutamente la nostra componente sportiva. Certamente molto dipende anche da come la danza sportiva si pone nei confronti dei vari interlocutori e, su questo aspetto, ci stiamo impegnando molto”.
Tracci un breve bilancio del rapporto con i club. E poi questi, cosa le chiedono prevalentemente?
“Il rapporto con le nostre associazioni – come anche tra le associazioni stesse – è forse stato negli ultimi anni il “tallone d’Achille” del movimento a causa di una effettiva partecipazione di solo parte delle associazioni. E, come già detto, è su questo aspetto che si gioca l’effettiva costruzione di un movimento regionale più consapevole, più coinvolto, più propositivo, in estrema sintesi un movimento più forte e vincente. Le associazioni prevalentemente si aspettavano da noi l’organizzazione di competizioni a livello regionale e la risposta ad eventuali quesiti di varia natura, quesiti che l’introduzione di nuovi adempimenti nazionali o nuovi regolamenti federali rendevano necessari. Ora invece stiamo cercando di trasformare un approccio maggiormente legato al “bisogno” in un rapporto più creativo e partecipativo con l’interazione tra associazioni e federazione regionale su obiettivi condivisi e raggiungibili. Questo almeno è il nostro target”.
Nel territorio sportivo di sua competenza ci sono ostacoli burocratici o ammistrativi che impediscono l’avvio di nuove iniziative o nascita di nuove strutture per lo sport?
“La Regione FVG è una regione autonoma a statuto speciale e gli investimenti fatti per il mondo dello sport rappresentano una realtà importante e sotto gli occhi di tutti. Anche le iniziative specifiche, se supportate da una progettualità appropriatamente esplicitata possono trovare il sostegno dell’Ente Regionale. Quindi il mio commento in generale è positivo. Diverso è il discorso se parliamo di strutture dedicate alla danza sportiva perchè, di fatto, non mi risulta esista ancora in Italia alcuna struttura specificatamente creata per la nostra attività; infatti, attualmente, tutte le competizioni di danza sportiva trovano spazio nei palazzetti dello sport oppure in padiglioni fieristici appositamente allestiti, come ad esempio alla Fiera di Rimini che ospita già da qualche anno i Campionati Italiani FIDS delle varie discipline. Un progetto futuro relativo ad una struttura dedicata alla danza sportiva sarebbe senz’altro una cosa molto bella … ma soprattutto molto utile”
Cosa in bolle in pentola nell’ente che presiede avete nuovi progetti in cantiere?
“Diciamo che abbiamo diversi progetti allo stato embrionale sui quali stiamo focalizzando ed investendo le nostre energie. Li citerò brevemente perchè ciascun progetto meriterebbe un ulteriore e più dettagliato approfondimento. Inizierò menzionando un’iniziativa sperimentale che vede coinvolti da una parte il Comitato Fids del Lazio (Project Leader) per il settore centro, il Comitato Fids della Sicilia per il settore sud ed il nostro Comitato FVG per il settore nord e dall’altra, come interlocutore, c’è il MIUR. Tale iniziativa è volta alla sensibilizzazione dell’educazione fisica e sportiva nelle Istituzioni Scolastiche primarie e Secondarie ed il relativo protocollo attuativo è in fase di finalizzazione. Abbiamo poi in cantiere l’organizzazione di uno spettacolo di beneficenza che vedrà il coinvolgimento delle associazioni regionali tramite la selezione delle migliori coreografie e dei migliori atleti. Con gennaio inoltre dovremmo essere in grado di offrire agli atleti regionali la possibilità di effettuare degli allenamenti guidati, vere e proprie simulazioni di gara, con modalità da definire, allo scopo di accrescere gli stimoli durante la loro preparazione. Per finire desidero sottolineare come ci sia anche in agenda, a breve, di ampliare le opportunità di promozione della danza per gli atleti diversamente abili tramite un’ informazione/formazione specifica sul territorio”.
Cosa ama del mondo sportivo e cosa la delude?
“Trovo magnifico e stimolante vedere quello che l’individuo, come singolo o come parte di una squadra, riesce a fare con la passione, con la voglia di migliorarsi e di superare i propri limiti. E tutto ciò avviene in un contesto nel quale vengono insegnati ai giovani dei valori positivi quali la lealtà, la correttezza, l’eguaglianza, il lavoro costante, la meritocrazia, la capacità di accettare un risultato inferiore alle attese e di saper reagire appropriatamente. Questo è quello che veramente amo.Poi ci sono degli aspetti che vedono predominare l’interesse economico oppure la voglia di “risultato a tutti i costi” ed in questi casi si rischia di perdere di vista i veri valori di riferimento. Ma in questi casi, più che di delusione, preferisco parlare di opportunità di intervento per chi, come me, si pone al servizio degli altri in un’ottica costruttiva. Ritengo infatti che i dirigenti sportivi abbiamo una grande responsabilità verso gli atleti in generale e, soprattutto, verso i giovani.
E’ anche un tifoso? Le piace guardare lo sport in Tv?
“Ho i miei sport ed atleti preferiti ma non trovo molto tempo per guardare la TV e la maggior parte delle informazioni le ottengo quindi via web. Tuttavia, durante eventi particolarmente importanti come le Olimpiadi oppure Campionati del Mondo od Europei o Coppe di vari sport, cerco di ritagliarmi alcuni spazi e di “godermi lo spettacolo” perchè, come ho già detto, è incredibile ed emozionante vedere l’intensità con cui gli atleti ci donano le loro performances”.
Qual’é il consiglio che può dare ad un giovane sportivo?
“Il mio unico consiglio ad un giovane sportivo è quello di fare ciò che veramente si ama perchè solo così riuscirà a godere di tutto, anche della fatica o dei problemi che è normale incontrare. Mi permetto invece di aggiungere un suggerimento per i genitori dei giovani sportivi: che siano di stimolo per far comprendere al giovane i suoi effettivi interessi e che, scelta un’associazione ed un tecnico di loro fiducia, sappiano lavorare assieme – nel rispetto dei reciproci ruoli – per consentire la crescita del ragazzo nel rispetto dei sani valori dello sport.
Grazie.