Intervista esclusiva a Alessio Galletti, delegato del Comitato Regionale Emilia-Romagna della Federazione Italiana Canottaggio
Ci parli del suo ruolo di presidente e di cosa si occupa il suo ente.
“In quanto delegato regionale, mi occupo di coordinare, gestire e organizzare gli eventi regionali quali gare regionali ed interregionali e raduni legati all’attività giovanile; provando a gestire i rapporti tra le diverse società che per motivi geografici sono molto sparse. Infatti in Emilia-Romagna è possibile praticare canottaggio a Ravenna, Ferrara, Portomaggiore (vicino a Ferrara) e Piacenza. Gestisco inoltre i corsi di formazione di primo livello per futuri allenatori”.
Come si è avvicinato al mondo dello sport da giovane e come alla politica sportiva?
“Faccio sport da quando sono piccolino e mi sono avvicinato al canottaggio all’età di 11 anni. Ho vinto numerosi Campionati Italiani e vestito la maglia azzurra con una medaglia di Bronzo ai Mondiali Universitari. Da li in poi ho fatto esperienza come dirigente nella mia società di origine (il CUS Ferrara) ed all’inizio di questo quadriennio olimpico ho accettato la difficile sfida con l’organizzazione regionale”.
Ha degli sport preferiti?
“Sinceramente mi interesso un pò di tutto, seguo lo sport e le notizie via internet. Sono appassionato di canottaggio, ma apprezzo ogni altra forma di sport poiché sono curioso di imparare e di vederlo praticare. Negli anni ho cambiato approccio e modo di vedere gli sport, ora sono molto interessato a capire come le altre federazioni si organizzano nel gestire ed affrontare i problemi che penso siano comuni a tutte le attività sportive”.
Nel suo attuale ruolo, di quale iniziativa o punto programmatico realizzato è più orgoglioso?
“Ci sono stati diversi avvenimenti che in questo biennio mi hanno reso felice, dai raduni della nazionale paralimpica a Ravenna e Ferrara alla partecipazione in massa alla prima gara regionale dello scorso anno che con più di 1000 atleti gara ha inserito la nostra regione in un ruolo chiave per lo sviluppo del canottaggio in tutto il centro-nord-est”.
Quali sono le difficoltà che può incontrare la sua mansione con il territorio?
“Sicuramente la difficoltà maggiore sta nella distribuzione di poche società in una territorio molto ampio e quindi risulta a tratti difficile raggiungerle o collaborare strettamente con esse. Soprattutto risulta difficoltoso riuscire a creare un gruppo regionale unito e coeso dato che le distanze geografiche (ed i problemi economici) spesso impediscono il trovarsi tutti assieme per fare allenamenti comuni”.
Tracci un breve bilancio del rapporto con i club. E poi questi, cosa le chiedono prevalentemente?
“I rapporti con tutti i club della regione sono fluidi e semplici, non essendoci troppe società remiere in Emilia-Romagna spesso è possibile gestire molto per telefono. Le problematiche che spesso si riscontrano trasversalmente in tutte le società sono principalmente di due tipologie: economiche e di reperimento del personale. Spesso le società faticano a partecipare alle trasferte, ai meeting e talvolta anche solo alle riunioni, il problema economico c’è e spesso è un freno al grande ventaglio di possibili attività che si potrebbero attivare. Fortunatamente spesso (come sempre accade negli sport non professionistici) la passione e la tanta voglia di fare dei numerosi volontari coinvolti fa si che si riesca ad arrivare a risultati talvolta insperati. Anche il reperimento di tecnici qualificati o semplici appassionati che possano tenere in mano le redini delle diverse iniziative intraprese risulta un possibile freno all’attività dei club”.
Nel territorio sportivo di sua competenza ci sono ostacoli burocratici o ammistrativi che impediscono l’avvio di nuove iniziative o nascita di nuove strutture per lo sport?
“No, non ci sono particolari ostacoli se non talvolta la scarsa conoscenza di questo sport e quindi la difficoltà nel trovare interlocutori che possano apprezzare e comprendere anche gli sforzi che quotidianamente vengono fatti. Poter presentare questo sport al tessuto sociale della regione sicuramente aiuterebbe anche nello svilluppo di numerose altre iniziative”.
Cosa in bolle in pentola nell’ente che presiede avete nuovi progetti in cantiere?
“Il 2015 sarà segnato da diversi avvenimenti che coinvolgeranno come sempre tutto il territorio regionale da Piacenza a Ferrara, ma il grosso degli appuntamenti sarà ovviamente concentrato sul campo di regate di Ravenna. In quella sede infatti ci saranno tre gare regionali aperte ai comitati limitrofi e ben due campionati italiani. Il mese di settembre sarà dunque un mese caldo dato che sono già a calendario i campionati regionali congiunti di tre regioni, Emilia-Romagna, Veneto e Marche (questa formula sta proseguendo in maniera estremamente positiva da diversi anni, coinvolgere più comitati permette di aumentare anche la qualità delle regate) e poi i campionati Italiani Assoluti ed i campionati italiani di società e pararowing. Si sta lavorando molto dunque anche perché avere due campionati nel giro di così poco tempo è un fatto nuovo e tutto da testare. Sicuramente positivo per le squadre che potranno provare il campo ai regionali in vista dei nazionali. Sicuramente è una cosa positiva per tutto l’indotto che potrà muovere nel mese di settembre sulla riviera romagnola”.
Cosa ama del mondo sportivo e cosa la delude?
“Del mondo sportivo amo la passione e l’amore che riesce a trasmettere. Fare sport spesso non è semplicemente un modo di dire ma, vedendolo applicato dai tanti volontari che sempre aiutano ad ogni livello, è un vero e proprio modo di vivere. Tanta gente che lavora assieme, tante persone con un unico obiettivo.
Cosa mi delude? A volte penso che, in generale, ci sia poca voglia di innovare, di provare nuove strade, di rimettersi in gioco nuovamente”.
E’ anche un tifoso? Le piace guardare lo sport in Tv?
“Direi di si, sono un tifoso e guardo lo sport in Tv anche se preferisco praticarlo e seguire più da vicino le diverse realtà. Mi definisco meglio come persona da campo piuttosto che da Tv. Seguo indubbiamente il canottaggio, per divulgazione il calcio ma mi interesso molto anche agli sport di minore impatto; mi informo quasi quotidianamente attraverso internet e i giornali sulla situazione sportiva italiana e anche estera”.
Qual é il consiglio che può dare ad un giovane sportivo?
“Passione, dedizione, sacrificio, crescita. Lo sport va affrontato a 360 gradi, allenandosi con dedizione; mettendoci la passione anche quando i risultati non si ottengono e lì è necessaria la tenacia. Lo sport è crescita umana e personale che permette di confrontarsi con gli altri e con se stessi per capire se stessi, i propri limiti, le proprie peculiarità”.