ROMA – “L’Italia è l’unico Paese europeo che non ha definito nel proprio ordinamento il fenomeno sportivo come fattore sociale e di crescita civile. Quindi bene la legge quadro e un testo unico con norme chiare e con la certezza “chi fa cosa” tra i soggetti coinvolti”. Così si sarebbe espresso Giovanni Lolli, Coordinatore vicario della Commissione Beni e attività culturali con delega per la materia ordinamento sportivo (vicepresidente regione Abruzzo) e capo della delegazione della Conferenza delle Regioni accolta in audizione ieri (4 dicembre) dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati. A riportarlo è il comunicato stampa pubblicato sul sito della stessa Conferenza delle Regioni www.regioni.it.
Una soddisfazione che tuttavia parrebbe parziale, poiché lo stesso Lolli avrebbe poi aggiunto: “Ma servono anche le risorse necessarie per finanziare gli interventi previsti”. Considerazione che avrebbe ribadito anche in riferimento all’intervento delle Regioni in materia di visite mediche specifiche per tutti gli atleti tesserati delle società e delle associazioni sportive dilettantistiche. “E’ evidente – avrebbe detto – che non bastano i 20 milioni previsti. Gli sportivi dilettanti sono molti e quindi sarà elevata la spesa sanitaria per le visite mediche da garantire a tutti. Poi ci sono da aggiungere i costi per la certificazione di idoneità sportiva agonistica. Queste spese devono avere una coerente copertura. Occorre insomma dare certezza di risorse alle Regioni per far fronte ai servizi resi”.