ROMA – La benedizione papale alla candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2024 nella splendida cornice della Basilica di San Pietro. Si è chiuso così nella giornata di venerdì l’ultimo atto legato alle celebrazioni del centenario del Coni. L’udienza del Pontefice con dirigenti e atleti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano si è svolta al termine della Santa Messa degli Sportivi officiata dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Erano presenti il Presidente del Coni Giovanni Malagò, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con Delega allo Sport Graziano del Rio, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, Gianni Letta, i membri del Cio Mario Pescante, Franco Carraro, Claudia Bokel, e altre illustri personalità del mondo istituzionale. In totale seimila persone con una numerosa rappresentanza di sportivi, dal club olimpico ai medagliati storici, come Armin Zoeggler (slittino), Carlo Molfetta (taekwondo), Jessica Rossi (tiro a volo), Carolino Kostner (pattinaggio di figura) e Nino Benvenuti (pugilato).
Di fronte a questa vasta platea Malagò ha parlato al cospetto di Papa Francesco. Il numero uno del Coni ha sottolineato l’importanza dello sport come strumento di inclusione, di fratellanza e condivisione, chiamato a “scoraggiare il ricorso a ogni tipo di azione o di mezzi illeciti che minano la credibilità e la genuinità della competizione”. Ha poi proseguito il suo intervento con un messaggio diretto a Bergoglio: “Padre Santo, con doveroso senso di devozione, rinnovandole i più profondi ringraziamenti per il suo appassionato interesse nei confronti delle tematiche che vertono intorno al nostro movimento e con la certezza che lei sia il primo tifoso dello sport da intendere come modello di vita, le rivolgo un abbraccio ideale. Non solo da parte di chi oggi ha la fortuna di partecipare a questa indimenticabile giornata ma anche da parte di chi ogni giorno si impegna per promuovere il nostro messaggio lontano dalla luce dei riflettori, sul territorio, volontario per vocazione. Affidiamo alle cure della fede e alla guida dello spirito la nostra missione di crescita e di sviluppo affinché il Coni, che saluta un secolo di storia, e tutto lo sport, siano ancora e per sempre un esempio virtuoso capace di mettere in bacheca l’oro più importante: una nuova dimensione culturale che sappia aiutare il nostro Paese a costruire una società migliore”.
L’abbraccio tra i due da ideale è diventato reale e ha anticipato le parole del Santo Padre: “Lo sport è di casa nella chiesa e questo incontro ne è la prova. Festeggiamo insieme il vostro centenario, un anniversario importante per lo sport italiano. Da 100 anni Il CONI promuove, organizza e guida lo sport in Italia non solo in funzione delle Olimpiadi avvenimento planetario ma valorizzandone anche la dimensione sociale, educativa e culturale tramite i principi cardine della carta olimpica che ha fra i suoi principali scopi la centralità della persona, la difesa dei diritti umani e la costruzione di un mondo migliore senza guerre e tensioni educando i giovani tramite lo sport senza discriminazioni in spirito di amicizia solidarietà e lealtà. Da sempre lo sport ha favorito l’universalismo fra popoli, pace fra nazioni e rispetto della diversità. Ogni evento sportivo soprattutto quello olimpico può diventare un tramite di forza capace di aprire vie nuove ed a volte insperate nel superamento dei conflitti”. Il Papa ha in seguito citato il motto olimpico ‘Citius, altius, fortius’: “Rappresenta la sfida a cui siamo chiamati tutti, non solo gli atleti: quella di assumere la fatica, il sacrificio, per raggiungere le mete importanti della vita, accettando i propri limiti senza lasciarsi bloccare da essi ma cercando di superarsi. Vi invito a continuare su questa strada. Incoraggio il lavoro educativo che fate nelle scuole, come pure quello nel mondo del lavoro e della solidarietà, per favorire uno sport accessibile a tutti. So che il CONI per primo, imitato sempre più da altri Comitati nazionali, ha accolto nella sua organizzazione la figura del Cappellano Olimpico. È una presenza amica che vuole manifestare la vicinanza della Chiesa anche nello stimolare negli sportivi un forte senso di agonismo spirituale”. Ed infine è arrivata la benedizione speciale: “Cari amici, vi auguro ogni bene per il vostro servizio. Auguri anche per la candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Io non ci sarò! Il Signore benedica tutti voi e le vostre famiglie. Per favore non dimenticate di pregare per me. Buon Natale!”. Con i saluti e le strette di mano agli atleti nella navata centrale della Basilica ha avuto termine una giornata davvero speciale per lo sport.
GIORGIO MERONI