MILANO – Si intitola “Il nemico tra le tue orecchie” il libro scritto da Stefano Lopopolo, primogenito del grande pugile Sandro. “Si provano le più diverse emozioni nell’essere figlio di un campione. Io sto cercando di portare a frutto quello che mio padre ha seminato” spiega il mental coach, non nascondendo le difficoltà incontrate. “Il mondo della boxe è un po’ particolare perché pensa che tutto sia concentrato nel sangue e nel sudore. Io cerco di far capire a sportivi e addetti ai lavori quanto conti la mente, che viene prima del corpo. Se hai una mente vincente poi il corpo ti segue. Non è facile, lavoro comunque con la federazione pugilistica e con alcuni pugili professionisti tra i quali Branco e Moscatiello, e sto raccogliendo soddisfazioni”. (continua dopo il video)
Da simili presupposti è nata l’idea del libro. “Ci pensavo da tempo. Nello sport e nella vita in generale si ritiene che il nemico sia al di fuori di noi, che siano le circostanze a frenarci e per questo adduciamo scuse più o meno plausibili (‘Non ce la posso fare perché sono nato in un ambiente difficile’, ‘Non sono abbastanza istruito’, ‘Non ho abbastanza soldi’). Dopo attente analisi con il manuale mostro che, mentre noi cerchiamo di cambiare sempre quanto è esterno a noi, l’unica cosa che in realtà abbiamo il potere di cambiare sono i nostri pensieri. Questi spesso, anziché lavorare a nostro vantaggio, operano a nostro sfavore”. Da qui un auspicio: “Al termine della lettura mi auguro che il nemico diventi amico”. Lettura utile non soltanto agli sportivi, ma pure “alla casalinga, all’idraulico, all’ingegnere: a tutti insomma. Dal primo capitolo ‘La formazione dell’obiettivo’, indico l’importanza della fatica, dell’impegno personale (stare un’ora in più in palestra ad esempio) per raggiungere un determinato scopo. I tecnici spesso si lamentano per lo scarso rendimento degli atleti, perché pongono i loro obiettivi sugli atleti stessi facendo mancare il necessario coinvolgimento. Bisogna invece puntare sull’obiettivo e l’impegno dei giocatori: se non lo raggiungono il fallimento è loro”.