Non solo Il Volo, Nek e Malika, ad una settimana da Sanremo a noi di Sport Small.it sono rimaste impresse alcune frasi di Zanetti e Conte sul cosa si può fare per diventare campioni. Importanti anche i contributi di sportivi come Nibali e Ferrero. Di solito a sette giorni dal “Festival della canzone italiana” si cerca di capire quali canzoni rimarranno nel tempo, per il nostro sito, è rimasto appunto anche altro… pillole di saggezza per gli aspiranti sportivi.
SANREMO (IM) – Anche quest’anno numerose personalità del mondo dello sport hanno calcato il palco del Festival di Sanremo, giunto alla sua 65^ edizione. La seconda serata, mercoledì 11 febbraio, ha portato al Teatro Ariston il vincitore del Tour de France 2014 Vincenzo Nibali e l’ex capitano dell’Inter, ora vice presidente, Javier Zanetti. Nella serata successiva un esilarante Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria e per finire, nella quarta serata, super ospite il ct della Nazionale Antonio Conte.
JAVIER ZANETTI Dopo essersi dichiarato orgoglioso della nomina ad Ambasciatore dell’Expo, il vice presidente interista Javier Zanetti, approfitta dei pochi minuti sul palco per annunciare una partita di beneficenza che si svolgerà il prossimo 4 maggio a San Siro e il cui ricavato andrà alle Onlus di Milano. L’ex calciatore argentino lancia poi un bel messaggio e un consiglio ai giovani aspiranti campioni: «Non smettete mai di sognare – afferma il Capitano – lavoro, sacrificio e impegno sono valori che pagano». Lui che con il suo lavoro e il suo impegno ha conquistato addirittura il grande schermo: il Festival di Sanremo è infatti anche l’occasione per ricordare che il prossimo 27 febbraio approderà nei cinema “Zanetti Story”, il film documentario, omaggio a un campione riconosciuto al di là della fede calcistica. Incalzato da Carlo Conti, noto tifoso viola, l’interista cita Batistuta come il calciatore argentino che apprezza di più, e intona per finire qualche nota di “Chiamami ancora amore” di Roberto Vecchioni: «E’ la mia canzone preferita del Festival – ammette – Vecchioni è un grande interista, ci è sempre stato molto vicino e poi ha vinto Sanremo dopo il nostro Triplete».
ANTONIO CONTE La quarta serata ha tra i super ospiti il ct della Nazionale Antonio Conte, che si lascia andare ai ricordi, associati a delle canzoni. Si parte con Cocciante, “Se stiamo insieme”: «E’ importante perché è del ’91, anno del passaggio dal Lecce alla Juventus, quando sono diventato grande». Carlo Conti lo incalza…Quali sono state le prime difficolta? Perchè il mondo del calcio sembra facile, ma poi magari uno da piccolino, da ragazzino, deve lasciare la famiglia, non deve essere semplice, bisogna avere molto carattere ed essere molto determinati «Il primo anno – risponde – è stato devastante e mi domandavo: chi me l’avesse fatto fare… arrivato a Torino c’era la nebbia…(quando da giovane approdò alla Juve ndr)». E ancora: «Inizi da bambino pensando un giorno di giocare con la maglia della nazionale, e ci sono riuscito, poi da allenatore inizi a pensare di allenare la nazionale e anche li ci sono riuscito… questa è una cosa bellissima che mi rende orgoglioso». Insomma davvero un bellissimo esempio per i giovani, i quali possono attingere da queste frasi, come stimolo per credere nei propri mezzi, anche se il percorso per arrivare, come ha spiegato lo stesso tecnico, comporta sacrifico e fatica. Tornando alla musica si è poi soffermato su un brano come “Uomini soli”, successo dei Pooh: «Con loro ci sono cresciuto, è una canzone che dedico a tutti gli allenatori. Nei momenti di difficoltà, ci troviamo spesso da soli a lottare contro tutto e tutti». Infine “Si può dare di più” di Morandi, Ruggeri e Tozzi: «E’ il mio motto, quello che cerco di trasmettere agli altri. Anche una volta raggiunto un obiettivo c’è sempre un margine di miglioramento a cui attingere per fare sempre meglio. Mi auguro che alla Nazionale possa capitare questo». Dopo aver canticchiato la canzone che è un po’ il suo mantra, il ct ritorna serio e risponde così alle voci che lo vogliono lontano dalla Nazionale: «Se lascerò la Nazionale? No, non mi è mai balenata l’idea e non mi balenerà mai». L’ultimo cenno è per il calcio femminile: «Non dimentichiamo il calcio femminile che è molto importante in Italia e speriamo possa prendere ancora più piede».
VINCENZO NIBALI Subito dopo l’esibizione della cantante Bianca Atzei, Carlo Conti chiama sul palco Vincenzo Nibali, vincitore del Tour de France 2014. Protagonista ormai fisso della Milano-Sanremo, questa volta sbarca nella cittadina ligure nei panni di uno dei super ospiti della seconda serata, svela i suoi obiettivi futuri: «A Sanremo c’è una classica bellissima, la Milano-Sanremo, che io spero di vincere. Il Giro d’Italia invece l’ho messo nel mirino per il 2016, quest’anno punto di nuovo al Tour». Un’occasione per annunciare anche il Giro d’Italia 2015, che partirà il 9 maggio proprio da Sanremo. Sulla sua canzone preferita nella storia del Festival, Nibali non ha nessun dubbio, “Pensa” di Fabrizio Moro: «Da siciliano, scelgo questa canzone perché è dedicata a due persone importanti come Falcone e Borsellino».
MASSIMO FERRERO Nella terza serata è il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero a regalare spettacolo. Entrato in scena con la sciarpa della Sampdoria al collo, dopo una serie di battute in romanesco, Ferrero spiega l’origine del suo soprannome: «Perchè mi chiamano il ‘Viperetta’? E’ successo tanti anni fa quando stavo producendo un film. Ero ad una trasmissione con Monica Vitti e Nanni Loy e mi ero messo a litigare con una persona visto il mio carattere bizzarro. Uno mi disse: “Sei proprio una vipera!”. E da allora sono diventato il viperetta. Ma sono onorato di essere chiamato così». Tre minuti e mezzo di show per il presidente doriano, che regala a Carlo Conti una maglia della Samp con il numero 10 e la scritta “tv”, ringrazia la sua squadra e il suo allenatore Sinisa Mihajlovic e parla degli aiuti economici donati in favore delle vittime dell’alluvione in Liguria. Intonando la sua canzone sanremese preferita “Vita spericolata” di Vasco Rossi, Er viperetta lascia il palco a malincuore: «Ma come, c’ho messo 50 anni a venire qua e te in tre minuti mi caccia via?».
Luisa Del Giudice