BERGAMO – Il primo capitolo del “Calciastorie” bergamasco ha un protagonista inedito: il rugby. Dopo la presentazione di gennaio, a cui ha partecipato anche il calciatore dell’Atalanta Guglielmo Stendardo, entra nel vivo il progetto organizzato dalla Uisp per dare un calcio al razzismo attraverso il recupero negli istituti scolastici della memoria storica. Il Calciastorie si sta sviluppando in contemporanea in tutte le città italiane dove è presente una squadra di calcio di Serie A, e Bergamo non poteva mancare. I protagonisti dell’evento saranno i ragazzi dell’istituto Natta: per la precisione le classi prime e seconde, che guidate dal professore Salvatore Massimo Di Fresco stanno iniziando a muovere i primi passi all’interno del progetto. Questo grazie allo psicologo dello sport Marco Gritti, che sta seguendo in prima persona l’iniziativa per conto della Uisp Bergamo e che ha iniziato l’attività di Team Building con i ragazzi del Natta. «Stiamo facendo conoscenza – spiega Gritti -. Ci stiamo focalizzando su due elementi: integrazione e discriminazione. Ho quindi scelto uno sport come il rugby, sport che per le sue prerogative risulta ideale per creare quel clima di squadra che ci permetterà di proseguire nel progetto in maniera efficace». Gritti, che è anche un allenatore di rugby, ha deciso per prima cosa di raccontare ai ragazzi, durante una serie di allenamenti in palestra, la storia di Aldo Battagion, un pioniere del rugby bergamasco deportato in Germania durante la seconda guerra mondiale.
LA BIOGRAFIA DI BATTAGION Una accurata biografia di Battagion la si può trovare nell’interessante libro “Passione Ovale – Storie di rugby bergamasco” a cura di Marco Parisi, Cristiano Poluzzi e Gilberto Rivola, testo edito da Bolis Edizioni. «Nato a Bergamo nel 1922 da una famiglia di industriali, il giovane Aldo partecipò alla fine degli anni Trenta a un paio di partite di rugby organizzate dalla Gil (Gioventù Italiana del Littorio) di Bergamo – recita il libro -. Dopo questa breve esperienza rugbystica a Bergamo si trasferì a Milano, dove concluse le superiori iniziando a giocare nella squadra universitaria. Purtroppo a causa della guerra l’esperienza di Battagion, e con lui quella di migliaia di giovani, si interruppe. L’8 settembre 1943, con la nascita del governo Badoglio, per molti giovani italiani fu necessario scegliere da che parte stare. Battagion scelse la strada della Resistenza, ma cadde nelle mani del nemico». Da qui la deportazione nel campo di concentramento di Dachau, ma nonostante sette mesi di prigionia Battagion riuscì a sopravvivere: «Sono tornato vivo da Dachau perchè ero un giocatore di rugby – ha riferito Battagion agli autori di “Passione Ovale” -. Come mentalità, il rugby aiuta a dare resistenza all’individuo». Dopo la guerra, il bergamasco tornerà a giocare, disputando anche due partite con la maglia azzurra. Nel 1950 Aldo Battagion fu tra i protagonisti della fondazione della Rugby Bergamo. «Dopo una prima parte di memoria storica il lavoro si sposterà nelle classi – conclude Gritti -. Lì scatterà la ricerca, individuando un episodio o una figura legata al mondo del calcio su cui si concentrerà il progetto Calciastore, che si concluderà a maggio».
Uisp Lombardia