MILANO – «La mia aspirazione è quella di diventare un pilota professionista. Arrivare in Formula 1 è molto difficile per il budget richiesto: servono almeno 8-10 milioni di euro». Andrea Russo, milanese di 18 anni, corre nel campionato Renault Alps con la GSK Grand Prix («mi sento come in famiglia con questa squadra»), e nonostante l’ età conosce già la dura realtà dei motori, almeno per quanto riguarda l’Italia. «I giovani piloti nel nostro Paese non sono sostenuti, in pochi hanno gli sponsor che possano coprire le spese elevate. Mio padre mi ha aiutato molto ma non è semplice perché ad esempio il set di gomme è molto limitato. Negli altri Paesi non è così, ad esempio in Inghilterra arrivano aiuti ai team anche dalla Regina» sottolinea Andrea.
SENNA, L’IDOLO Nell’immediato sono chiari i propositi del 18enne: «Quest’anno voglio mettermi in mostra nel campionato Alps che partirà a Imola nel weekend dell’11-12 aprile». Il circuito di Imola per il ragazzo riveste un particolare significato: qui perse la vita Ayrton Senna nel 1994 e qui Andrea si è recato per la celebrazione del ventennale dalla scomparsa perché il brasiliano da sempre è lo sportivo a cui si ispira, il suo idolo: «Ho visto diversi documentari su Senna e sono sempre stato appassionato e attratto dalla sua figura».
LA CARRIERA DI ANDREA Ma come è nata la passione per i motori? «A 4 anni mio padre mi ha portato su una pista di go kart in Brianza. Tutto quindi è iniziato per divertimento. A 6 anni ho iniziato a correre con il Team Miliziano Kart nel campionato svizzero perché in Italia non era possibile gareggiare prima del compimento dei 7 anni». Da qui il passaggio in Easy Kart e nella 60 mini: «Nel 2011 ho vinto il campionato italiano Mini Rok e nel 2011 ho conquistato l’International Final Rok Cup nella categoria Kf junior». In un continuo crescendo nel 2013 (con la Kosmic) arriva il sesto posto (primo tra gli italiani) nella Finale del Mondiale in Barhain, categoria KF2. Quindi l’ulteriore salto in Formula 4 grazie, come detto, allo sforzo della famiglia che al momento rappresenta lo sponsor di Andrea, e l’ottimo terzo posto ottenuto in campionato. Le premesse per fare ancora carriera ci sono davvero tutte.
1 Comment
Concordo pienamente su quanto scritto nell’articolo purtroppo nell’ambito del motorsport italiano i giovani talenti non vengono aiutati dalle case costruttrici italiane e a prezzi carissimi di ingaggi vengono freferiti piloti stranieri , purtroppo si è perso nella notte dei tempi lo spirito del nazionalismo italiano che tanto era caro a certi personaggi famosi dell’automobilismo italiano. Come insegnano le scuole di pensiero di Francia e Inghilterra lo spirito nazionalistico ha forgiato grandi nomi dell’automobilismo sia di allora che di adesso. Purtroppo duole considerare che si può urlare , protestare , scriver ma con la mentalità ottusa dei costruttori nostrani e degli enti predisposti ad aiutare un giovane talento nascente è come gettare un sasso in un oceano di indifferenza totale .