Redazione (Milano) – La scrittrice di origine franco-russo-polacca Lola Lafon ha recentemente presentato il suo La piccola comunista che non sorrideva mai (Bompiani), in cui narra la storia della leggendaria ginnasta rumena Nadia Comăneci, dal suo esordio ad alto livello ai giochi di Montréal fino a diventare un’icona non solo della sua specialità, ma di tutto lo sport. Prima atleta a conseguire il punteggio di 10 nelle parallele asimmetriche, è a tutt’oggi l’unica ad aver ricevuto l’Ordine olimpico per ben due volte (1984, 2004), nonché prima atleta invitata a parlare alle Nazioni Unite (in occasione del lacio della campagna l’Anno internazionale dei volontari).
LA DITTATURA RUMENA Ma Nadia Comăneci è stata anche un’icona del regime dittatoriale del suo Paese, che ha spesso usato la sua immagine di atleta vincente a scopi propagandistici. Invitata aspesso da Ceauşescu nel suo palazzo, venne insignita delle più grandi onorificenze rumene, tra le quali spicca quella di “Eroe del lavoro socialista“, assegnatale nel 1976.