MILANO – Si è aperta ufficialmente Exsport Movies &Tv, il festival che da oltre trent’anni premia le migliori produzione cinematografiche e televisive dedicate allo sport da tutto il mondo. La cerimonia di inaugurazione si è tenuta a Palazzo Cusani a Milano, dove sino al 31ottobre si svolgeranno le proiezioni dei film in concorso, con la proclamazione dei vincitori l’1 Novembre all’auditorium Testori di Palazzo Lombardia.
INAUGURAZIONE Nello specifico la cerimonia inaugurale si è aperta con la banda dei tamburi del Comando della Scuola Militare Teuliè. Subito dopo i saluti istituzionali di un sempre più emozionato Prof. Franco Ascani, Presidente della stessa Ficts (Fédération International Cinéma Télevision Sportifs). Saluti di addio invece per il Generale Antonio Pennino (comandante comando militare Esercito Lombardia) che oggi lascia la regione della Rosa Camuna per nuovo incarico in Piamonte.
SALUTI Non sono mancati i saluti augurali in video del Presidente del Cio (Comitato Olimpico internazionale) Thomas Bach ma anche quelli di Carlo Bozzali, presidente internazionale della commissione giudicante del festival. Sono poi arrivate una serie di proiezioni nel ricordo dei Giochi Olimpici di Londra 2012, Sochi 2014 e per il lancio di Rio 2016) e le opere delle 7 nazioni partecipanti al Festival. Sul palco si sono quindi mostrate al pubblico, anche le delegazioni internazionali del “Word Ficts Challange”.
PREMI E’ arrivato poi un momento molto toccante per ricordare i 100 anni dalla nascita del fondatore Ficts, Bruno Benek, ma anche quelli di Frank Sinatra e di Ingrid Bergman. Riconoscimenti anche per Alain Lunzenfichter, presidente mondiale dei giornalisti Olimpici e per Ignazio Maria Tronca, campione del mondo di Tiro a volo 2015, ma a spiccare è stata la consegna della ghirlanda d’onore a José Carreras artista di fama internazionale, uno dei tre più grandi tenori lirici del mondo (con Luciano Pavarotti e Placido Domingo, formavano i celebri Tre Tenori) che lo sport ricorda come Direttore musicale dei Giochi Olimpici Barcellona 1992. Il maestro è infine, Presidente della “José Carreras Leukaemia Foundation”.
Ecco l’intervista rilasciata da:
José Carreras a Max Cavallaro
Maestro, la musica può considerarsi a livello di impatto sociale come lo sport e lo sport come la musica?
«La musica come lo sport ci dà emozioni, ci dà sentimenti e allora sono due generi, due ambiti molto diversi ma in questo senso si, perché entrambe ci regalano emozioni. Poi soprattutto la musica dal vivo ha addirittura più emozione. Ho sempre paragonato un giocatore, un calciatore che sta per calciare un rigore ad un tenore che sta per cantare un do di petto. Sono entrambi momenti di grande tensione. E’ davvero uguale sia per un calciatore che sta per tirare un rigore nella finale di Champions, sia per un tenore che sta per cantare un do di petto alla Scala».
Lei ha praticato sport?
«Sì, male ma sì…».
Quali?
«Ho giocato a calcio, ma male. La destra non era male ma la sinistra era un “sughero”. Ho giocato anche a pallacanestro, adesso non ridere, pure essendo alto 1,70 mt. Poi la bici e le macchine».
Che sport la incolla davanti al televisore?
«Ahimè il Calcio, ma anche il basket».
Cosa ne pensa di questo premio di oggi arrivatole dallo sport?
«Senz’altro qualsiasi riconoscimento fa sempre molto piacere, sopratutto quando non viene esattamente dal tuo ambito, la lirica o per la mia fondazione di lotta contro la leucemia. Venire qui a Milano, in Italia poi…, ho una debolezza per questo Paese per questa città in particolare e per tutto quello che essa significa, soprattutto per il mondo della lirica. Mi riferisco senz’altro al Teatro la Scala: è la quinta essenza del mondo della lirica e dell’opera. E noi cantanti siamo sempre molto emozionati di salire su quel palcoscenico».
Tra i suoi colleghi si ricorda qualche appassionato di sport?
«Si, Luciano (Pavarotti ndr), per esempio era un grande appassionato, non so se svelo qualche segreto ma era Juventino anche se modenese. Anche il ciclismo gli piaceva molto. Luciano ha giocato anche a calcio nel ruolo di portiere, era un grande amante del pallone e soprattutto dell’Italia. Ho vissuto con lui la finale di Pasadina nei campionati del mondo del ’94 negli Stati Uniti, in cui avete perso e lui, poveretto, era disperato come tutti voi italiani ovviamente».
Cosa consiglia ad un giovane che vuole approcciarsi al mondo dello sport e della musica, per diventare grandi quali sono gli ingredienti necessari?
«Secondo me prima di tutto, bisogna avere un certo istinto, un talento sia per lo sport, sia per la musica. Ma la cosa più importante, penso sia la disciplina, sapere che uno deve essere disciplinato e fare le cose con rigore e serietà. Penso che questo sia fondamentale per i giovani».