REDAZIONE – E’ un dato acclarato che l’attività fisica svolta in modo regolare sia in grado di ridurre l’incidenza di eventi correlati alla malattia cardiaca coronarica, e anche di altre patologie e tuttavia l’attività fisica può costituire di per sé un possibile fattore di rischio di arresto cardiocircolatorio. Quindi in tutti i contesti in cui si pratica attività fisica agonistica e non, più frequentemente che in altre sedi, è necessario essere preparati ad ogni evenienza. La defibrillazione precoce, infatti, può aiutare a salvare una vita. Un primo passaggio è rappresentato dalla necessità di diffondere una cultura più radicata e specifica ed un maggior senso di responsabilità. Altrettanto importante è formare personale in grado di operare qualora ne ricorresse la necessità, sia per ciò che riguarda le partite sia gli allenamenti degli atleti. Le società sportive professionistiche sono già soggette a tale obbligo, quelle dilettantistiche dovranno adeguarsi entro il 20 gennaio 2016. Fondamentale il loro uso, in ogni caso, anche nelle palestre, nelle piscine, negli impianti sportivi scolastici e in ogni luogo ove si svolgano attività cardiovascolari intense.
“LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA” Essa si esplica attraverso questi precisi passaggi: riconoscimento e attivazione precoce del sistema di soccorso, rianimazione cardiopolmonare precoce eseguita dai presenti, defibrillazione precoce eseguita dai presenti e intervento dell’equipe di rianimazione avanzata. Ovviamente deve essere attivato subito il servizio di emergenza del 118. Il quale deve essere già preventivamente informato di tutti i luoghi ove sono installati i defibrillatori.
ESCLUSI DALL’OBBLIGO DEI DEFRIBILLATORI Sono escluse le società sportive dilettantistiche che svolgono attività con ridotto impegno cardiocircolatorio, es. bocce (obbligo per le bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e assimilabili.
CHI DEVE ACQUISTARE IL DEFRIBILLATORE? Quest’ultimo può essere acquistato da una o più società, che utilizzano lo stesso impianto e dal gestore dell’impianto stesso. In ogni caso il defibrillatore deve essere visibile, rapidamente accessibile da tutte le aree dell’impianto sportivo in meno di due minuti; e, ne deve essere sempre rispettata la manutenzione.
LA FORMAZIONE DEL PERSONALE ABILITATO: l’addestramento deve essere teorico, ma anche pratico, pediatrico ove necessario, e, ciò attraverso corsi appositi in centri di formazione accreditati dalle singole regioni secondo criteri specifici normativamente individuati, con corsi di aggiornamento biennali.
LE RESPONSABILITA’ IN CASO DI MANCATA OSSERVANZA DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE L’attività di soccorso ad oggi non è un obbligo legale per il personale formato solo per quello sanitario. In questo momento, poi, non vi sono ancora disposizioni specifiche relative ad ipotesi di responsabilità legale, pur tuttavia, recentemente, in un episodio ove vi è stato un decesso per arresto cardiaco il presidente della società sportiva (professionistica) è stato condannato per omicidio colposo.
Avv Michela Chiarini