UN VENTICINQUENNALE DA PELLE D’OCA
CALGLIARI – Tutto cominciò il 19 dicembre del 1990. Da allora sono tante le storie già scritte, tra pesanti passivi e finali tricolori, caschi scalfiti dagli urti e shoulders sgangherati si, ma non ancora da sacrificare all’indifferenziato. Le avventure in lungo e in largo per la Penisola Italica si protrarranno ancora, ma domenica il tempo si è fermato.
FESTA Per festeggiare degnamente i venticinque anni di vita, il lavoro di squadra è indispensabile. E sotto questo aspetto i validi crociati possono tranquillamente fare scuola. Per l’ora di pranzo centotrenta persone hanno preso d’assalto Villa Rossi, ubicata nell’agro di Ussana. E se sono state “controllate” in ogni minimo dettaglio lo si deve alla caparbietà di un “manipolo di indefessi” che si sono superati nel fare in modo che i cinque lustri venissero solennizzati in maniera encomiabile.
«Per gli inviti – racconta Aldo Palmas, offensive coordinator della squadra senior – ci siamo distribuiti i compiti con Sergio Andrea Meloni, Amedeo Toran, il presidentissimo Emanuele Garzia (vedere intervista in basso) e Gianfranco Farris; ovviamente tutti i giocatori hanno invitato i propri amici e parenti». Ma c’era da curare anche la logistica e su quel versante un grosso contributo l’ha dato Carlo Aymerich (proprietario di villa Rossi), e poi Giulia Congia (vedere intervista ancora più in basso), Matia Pisu, Andrea Meloni e Efisio Melis. «Villa Rossi è una fantastica location che si presta a pranzi conviviali – prosegue Palmas – appartiene ad un nostro compagno di squadra che la gestisce personalmente; eravamo sicuri che saremo stati bene».
Tra atleti, dirigenti, genitori ed ex a vario titolo, spiccano il senatore pentastellato Roberto Cotti e il politico di lungo corso Piergiorgio Massidda: il primo vanta un passato da kicker agli albori del football americano a Cagliari; il secondo per un breve periodo ha ricoperto la carica di vicepresidente FIDAF. «Rispetto alla lista iniziale degli invitati – ha evidenziato il tecnico dei Crusaders – non hanno risposto all’appello circa trenta persone, ma tra quelli che hanno dato la conferma le defezioni sono state pochissime. Alla fine abbiamo dovuto bloccare ulteriori adesioni. Sono felice di aver riabbracciato compagni e dirigenti che non vedevo da quasi dieci anni. Alcuni non li conoscevo proprio, solo visti in qualche foto storica».
Il menù del pranzo è stato di chiare influenze campidanesi, “tutto ottimo e abbondante” tendono a precisare gran parte dei commensali e dopo aver soddisfatto le pretese dello stomaco via alla lotteria con dodici estrazioni che come premi prevedeva i calendari 2016 dei Crusaders, orologi, accendini, cappelli e indumenti vari tutti griffati con il logo della società.
CANDELINE Le emozioni si scatenano definitivamente allo spegnimento della candeline che infilzavano la dolce composizione studiata appositamente per l’occasione. Ma basta piangere, il campionato di II divisione è alle porte. «Per lo più abbiamo ricordato partite, trasferte o uscite degli anni passati – chiude Aldo Palmas – del prossimo campionato abbiamo semplicemente detto che ci piacerebbe avere il sostegno di tutti quelli che negli anni sono stati Crusaders».
EMANUELE GARZIA: PARLA IL PRESIDENTE SIMBOLO DEI CRUSADERS
Nessuno lo ha visto versare lacrime, ma il cuore sicuramente si è allargato nel vedere tante persone che gli hanno voluto bene e che gliene vogliono ancora. Emanuele Garzia lo ammette a festeggiamenti conclusi: “Entrando nella sala di Villa Rossi é stato tutto un coro per il presidente e tanti abbracci e baci affettuosi colmi di rispetto e gratitudine, ovviamente reciproca”.
Cosa hai detto ai presenti?
«Ho pronunciato poche parole. Ricordando che questi 25 anni, dei quali metà dedicati ai Cru, ho ricevuto e dato tantissimo, in termini di sacrifici e di soddisfazioni. Ed ho ringraziato pubblicamente mia moglie per la sua grande pazienza e sopportazione».
E in “privato” cosa ti va di aggiungere?
«Sono tante le cose che avrei voluto dire. Prima di tutto ringrazio tutti i ragazzi che hanno organizzato questa festa, da Aldo Palmas a Sergio Andrea Meloni, da Matia Pisu a Amedeo Toran. E poi tutti i ragazzi in generale che, anche per contenere i costi dell’evento, si sono trasformati in camerieri. La gioia nel vedere tanti ex compagni di gioco, uno fra tutti, Pasquale Cozzolino».
Perché ?
«Ci facemmo male nella stessa gara. Ma lui sfortunatamente lasciò per sempre il Football Americano. Un’altra gioia è stata il vedere tanti bambini piccoli, figli di giocatori ed ex giocatori che danno un forte segnale di continuità nel nostro lungo cammino».
Se dovessi fare un riassunto di 25 anni di storia con cinque persone presenti al pranzo di ieri, chi citeresti?
1) Raffaele Crudele, socio fondatore nonché atleta e inventore del logo dei Cru.
2) Giuseppe Marongiu ex atleta ormai, dirigente e attuale mio vicepresidente.
3) Dario Mannoni, anche se assente, socio fondatore, ex atleta, ex dirigente e ex mio vicepresidente. E poi validissimo contabile dei Cru
4) Michelone De Virgiliis, sempre presente nei nostri cuori.
5) Stefania Cotza, prima ed ex dirigente donna e prima addetta stampa. Ma anche Giulia Congia, grande fotografa e validissima persona che si è gia ritagliata uno spazio tra i dirigenti maschietti, nonostante ricopra da pochissimo tempo l’incarico.
Cercami un solo episodio in 25 anni che merita il primo posto nella scaletta dei tuoi ricordi.
«Difficile dirlo, ci sono tantissimi episodi che si potrebbero accennare, ma forse il più indelebile è quando il nostro Comandante Michele De Virgiliis ha giocato la sua ultima partita in campo, nonostante il suo male l’avesse già provato. Fu la sua ultima battaglia contro un male che neppure la sua grinta e la sua grande forza hanno potuto sconfiggere».
Durante il pranzo quali sono stati gli argomenti più in voga?
«Seduto al tavolo con Piergiorgio Massidda e il senatore Roberto Cotti, è stato inevitabile discorrere sulle nostre problematiche. Non ci aspettiamo grandi cose, però se Pigi diventasse sindaco di Cagliari gli chiederei di farci realizzare un sogno che abbiamo sin dalla nostra fondazione: un campo. Anche con il senatore Cotti c’é stata qualche battuta su quello che si potrebbe fare a livello nazionale per tutto il movimento del Football Americano».
I più piccoli hanno avuto un’idea di cosa abbiano fatto i Crusaders in passato?
«Beh, i nostri 25 anni di storia sono sotto gli occhi di tutti e domenica hanno avuto una dimostrazione di quello che abbiamo fatto e che faremo».
Si sono visti anche tanti genitori
«Per noi è stato molto importante, perché si sono resi conto che i Crusaders sono una grande e sana famiglia. Aggiungo anche che l’evento per i 25 anni è stato occasione anche per auto finanziarci. Abbiamo colto l’occasione per vendere un po’ di merchandising e fare una divertente lotteria».
C’è qualcuno in particolare che vuoi ringraziare?
«Il grande Battista Battino, ex giocatore, ma attuale e validissimo collaboratore che ci supporta su tutto quello che è il discorso di grafica, dalle locandine al merchandising, al sito ecc».
IL CAMPIONATO È ALLE PORTE: SI COMINCIA IL 28 FEBBRAIO?
Saranno diciannove le formazioni impegnate nell’imminente campionato di II divisione. I Crusaders sono stati inseriti nel girone A assieme a Blu Storms Busto Arsizio, Frogs Legnano, Hammers Monza Brianza e Skorpions Varese. A breve si conosceranno anche date e orari delle gare. Il presidente Garzia si mostra soddisfatto della collocazione al nord: «Finalmente cambiamo gli avversari che per un paio di anni di seguito erano sempre gli stessi. Penso e spero che si possa passare il turno. Sarà l’ennesimo sacrificio da affrontare, per fortuna ancora qualche contributo lo stiamo ricevendo. Mancano gli sponsor, resiste quello storico della Farmacia Porcu, ormai diventato fondamentale per la nostra squadra.
Dobbiamo stare attentissimi alle spese perché solo la regular season ci porta via 24.000 euro e non sono pochi per una realtà sportiva come la nostra a livello Nazionale. E non dimentichiamo che Alitalia e Coni hanno di fatto estromesso Cagliari come meta di arrivo e di partenza per usufruire delle vantaggiosissime tariffe spotligh, creando quindi un danno enorme all’intero sport isolano. Si vocifera di una prima giornata in casa il 28 febbraio, per cui mi auguro che tutti si presentino agli allenamenti, puntuali e carichi per ricominciare e dimostrare in campo il nostro valore e la nostra preparazione. È un invito che rivolgo a tutti: atleti, dirigenti e coaching staff».
Sulla prossima stagione della Senior dice la sua anche il collaboratore dell’head coach Giuseppe ‘Full’ Fiorito, l’offensive coordinator Aldo Palmas: «Stiamo lavorando per migliorare la stagione scorsa, cosa aspettarmi è ancora presto per dirlo, non conosciamo né il calendario, né ancora le nostre potenzialità, visto che quest’anno abbiamo diversi atleti nuovi e qualche inserimento dalla giovanile. Comunque speriamo di sorprendere tutti in positivo».
GIULIA CONGIA: LA FOTOGRAFA DIVENTA ANCHE DIRIGENTE
Da diversi anni bussavano alla sua porta. La neuropsichiatra dall’obiettivo infallibile ha sempre mostrato di avere tanto carattere al punto che immaginarla attorno ad un tavolo in compagnia di agguerriti dirigenti non risultava per niente una stonatura. Lei declinava puntualmente l’invito, fino a quando, un mese fa, ha pronunciato il fatidico sì. Ha accettato in seguito alla sua stabilizzazione lavorativa a Cagliari, solo in questo modo avrebbe garantito il suo impegno.
Stai già vedendo le cose diversamente, rispetto a quando eri “semplicemente” la fotografa ufficiale della squadra?
«Ancora ci sto pensando, è passato troppo poco tempo. Al momento ho dato una mano nell’organizzazione dell’evento per i 25 anni dei Crusaders e continuo a fare le foto».
Hai qualche proposito particolare da portare avanti?
«Sono in fase di osservazione e riflessione, ancora sono confusa e voglio capire le dinamiche. Noto che i dirigenti si stanno impegnando ad assolvere alle necessità attuali della squadra con entusiasmo e partecipazione cercando di proporre nuove idee e soluzioni».
Da quanti anni segui i Crusaders?
«Dal 2001-2002 ininterrottamente. In questi anni ho potuto vedere una crescita dal punto di vista atletico, un ricambio generazionale, periodi di “crisi” della squadra, scudetti vinti e campionati persi, malumori, amicizie, senso della famiglia, giocatori che si innamorano di questo sport, e altri che si ritirano, ragazze che si innamorano dei giocatori e anche di questo sport».
Secondo te che cosa è cambiato nei Crusaders e nel football americano in genere in questo lasso di tempo?
«Rispetto alle altre squadre italiane che sono cresciute di numero negli ultimi anni, la Sardegna è penalizzata dalle distanze e quindi dai costi da sostenere per affrontare un campionato nazionale, dalle difficoltà di confronto e dal numero dei giocatori».
Cosa si deve fare per diffondere questa disciplina a Cagliari e in Sardegna?
«Avere il coraggio di uscire dagli schemi e provare, allenarsi, non arrendersi davanti alle difficoltà, non lasciarsi impaurire per il fatto che è uno sport di contatto, è uno sport per tutti. Addirittura adesso nella realtà italiana ci sono anche squadre femminili!».
La componente femminile al seguito dei Cru è numerosa. Cosa fare per coinvolgerla maggiormente?
«Il numero maggiore di fan e seguaci della squadra sono donne e bambini. Non solo fidanzate ma anche madri, sorelle, amiche e figlie. Alcune non si perdono una partita per niente al mondo, altre vorrebbero anche entrare in campo a dare una mano ai giocatori. Ho visto nascere importanti amicizie fuori dal campo e anche nella vita di tutti i giorni e il continuo coinvolgimento delle nuove entrate.
Se capisci il gioco è sicuramente più divertente. Il fatto che nonostante la mancanza di una tribuna, il pubblico sia sempre presente, pronto a sostenere la squadra qualunque sia il tempo, è segno di interesse. Credo che una maggiore partecipazione e coinvolgimento ci possa essere se fossero nelle condizioni di godersi la partita dagli spalti e se tutte conoscessero le regole del gioco in modo da capire cosa sta succedendo In campo. Essendo al momento l’unica “esponente rosa” della squadra farò la portavoce delle necessità e delle idee delle “donne della squadra».
Non ti sei mai pentita di seguire i Cru?
«In questi anni ho conosciuto e frequentato tanti giocatori, ex giocatori e simpatizzanti della squadra. Ho stretto legami e amicizie importanti, mi sono sempre sentita accolta e ascoltata. E nel mio piccolo ho cercato di imprimere un ricordo bello o brutto di ciò che succede in campo e fuori. Mi sono emozionata, arrabbiata e divertita ormai da quasi quindici anni della mia vita. Per cui grazie Crusaders!».