COLOGNO MONZESE – Martedì 8 febbraio 2016, nel corso del programma “Premium Champions”, hanno parlato il protagonisti della sfida europea Real Madrid-Roma valevole come sfida di ritorno per gli ottavi di finale.
REAL MADRID-ROMA 2-0
RETI: 64’ C. Ronaldo (R.M.), 68’ J. Rodriguez (R.M.)
ZINEDINE ZIDANE: «Quattro gol in due partite senza subirne: il bilancio è positivo, contento per gli applausi a Totti»
L’allenatore del Real Madrid Zinedine Zidane dichiara: «Abbiamo giocato bene. Abbiamo avuto difficoltà perché la Roma ha fatto una buona gara, specialmente nel primo tempo. Ma è normale, in Champions è sempre difficile. Alla fine abbiamo fatto 4 gol in due partite senza subirne alcuno, quindi il bilancio è positivo. Forse abbiamo concesso qualcosa di troppo in difesa, ma la Roma ha giocatori importanti, arrivavano da 7 vittorie in campionato. Sono contento che un campione come Totti abbia giocato, la gente era contenta e lo ha applaudito».
ALESSANDRO FLORENZI: «Poteva essere una bella favola, ci rivediamo l’anno prossimo in Champions»
Il difensore della Roma Alessandro Florenzi dichiara: «Purtroppo nel calcio il cinismo paga sempre e noi ne abbiamo avuto poco, come all’andata. Non siamo riusciti a fare gol, che alla fine, a questi livelli, è quello che conta. Abbiamo tenuto testa al Real Madrid, ma non è un discorso di esperienza: davanti alla porta l’esperienza non conta. Poteva essere una bella favola: in alcuni momenti della partita li abbiamo messi anche sotto, qui a casa loro dove in pochi ci riescono. Se puntiamo a qualcosa in più del terzo posto in campionato? Il nostro obiettivo è di rigiocare queste partite, arrivare più preparati e magari avere un pizzico di cinismo in più: ci rivediamo sicuramente l’anno prossimo in Champions».
LUCIANO SPALLETTI: «Siamo ancora deboli, se siamo contenti di aver perso due partite 2-0 mi viene l’angoscia»
L’allenatore della Roma Luciano Spalletti dichiara: «Se non fai gol e poi gli altri lo fanno è inutile andare a recriminare: 2-0 all’andata e 2-0 al ritorno, il Real ha meritato il passaggio del turno. Bisogna prendere atto della realtà e la realtà dice che abbiamo perso. Se potevamo fare di più? Per quello che si è visto probabilmente sì: all’andata ero convinto di poter lottare per questo passaggio del turno e se vogliamo fare un’analisi profonda probabilmente siamo anche stati bravi. Ma realtà è che dobbiamo crescere come mentalità, cattiveria e convinzione: siamo ancora deboli, c’è poco da fare. Alla prima difficoltà non riusciamo ad essere quella squadra di quel livello che dovremmo avere.
L’assenza di Nainggolan? Probabilmente avrebbe giocato, ma il modulo sarebbe stato questo. Forse la partita dell’andata è arrivata troppo presto, ma si deve fare di più: in futuro sicuramente metteremo a posto qualcosa. Ma se siamo contenti o tranquilli dopo aver perso due partite 2-0, allora mi viene l’angoscia: dobbiamo crescere velocemente, bisogna fare meglio. Non voglio tirare dentro il lavoro di chi mi ha preceduto, che comunque è stato un buon lavoro: ognuno ha i suoi metodi. Dico solo che dobbiamo fare dei balzi, non dei passettini in avanti, perché la nostra rosa ce lo permette. Quando in spogliatoio vedo i volti tranquilli dei giocatori che aspettano di farsi fare i complimenti per la buona prestazione, mi viene una sensazione di malessere.
La testa è fondamentale: il pensiero che far parte della Roma è importante come far parte di una famiglia, crea solidità. Secondo me stasera ci è andata anche bene. Non siamo migliorati tanto su quella forza mentale e la differenza è tutta lì: uno rientra nello spogliatoio ed è arrabbiato, non si rende conto dell’occasione che ha buttato via questa sera. Ci sono partite che rimarranno nella storia del calcio, per sempre, e questa è una di quella: ti apre una scorciatoia verso il calcio mondiale, più di quella che ti danno 38 partite in campionato».
JAMES PALLOTTA: «Gli applausi del Bernabeu per Totti? Tutti riconoscono la sua grandezza»
Lil presidente della Roma James Pallotta dichiara: «Gli applausi del Bernabeu per Totti? Ogni volta che Totti entra in uno stadio, il suo semplice ingresso fa sì che si crei una sorta di standing ovation perché tutti lo riconoscono e riconoscono la grandezza della sua carriera. La migrazione a Madrid dei tifosi giallorossi? Li ho visti ovunque qui, ci ho parlato e sono davvero felice dell’enorme affetto che c’è attorno a questa squadra, il senso di orgoglio che hanno».
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