“Simeone in futuro all’Inter? Sarebbe una bella cosa, Sarei felice se un giorno potesse tornare”
“Se arriva la chiamata della Nazionale penso che un allenatore debba accettare: non è un traguardo da tutti”
COLOGNO MONZESE: Mercoledì 27 aprile 2016, nel corso del programma “Premium Champions”, è intervenuto l’allenatore dell’Inter Roberto Mancini: «Simeone, come Guardiola, sta facendo cose straordinarie, anche se chiaramente per Diego non è stato facile perché ha in campionato squadre come Real Madrid e Barcellona. Trasmette ai suoi giocatori una grinta e una carica agonistica incredibili, ma anche tatticamente è molto attento: è molto difficile giocare contro l’Atletico Madrid.
Le sue dichiarazioni sul futuro sulla panchina dell’Inter? Credo che sia anche giusto: è stato un giocatore dell’Inter e credo sia giusto che pensi così, sarebbe una cosa bella.
Se io resto? Beh, allenare in due non si può: sarei felice se un giorno lui possa tornare in Italia.
La crisi delle milanesi in Champions al cospetto di Madrid? In Spagna ci sono le due squadre più forti al mondo, che hanno budget infiniti e negli ultimi anni si è inserito l’Atletico. Sono cicli: in questo momento in Italia stiamo ricostruendo e il fatto che spesso venga snobbata l’Europa League è un grave errore, perché l’Italia non può non avere quattro squadre in Champions. Per quanto riguarda l’Inter, siamo sulla buona strada: ci vuole tempo e purtroppo in questo percorso si possono commettere anche degli errori.
Come spiego l’altalena dei nostri risultati? Dalla partita di coppa con la Juve abbiamo sempre fatto ottime gare, però commettiamo delle ingenuità e sbagliare, quando si lavora per ricostruire, è un passaggio che capita. Tutti sbagliano, dal sottoscritto all’ultimo dei magazzinieri: noi dovevamo essere tra Napoli e Roma e giocarci le posizioni con loro, se non è accaduto anche io sono responsabile. Ma bisogna avere pazienza, cosa che in Italia manca e spesso ci fa fare brutte figure.
I frequenti cambi di formazione? Capitava spesso all’inizio, perché tutti i giocatori erano pronti, ma negli ultimi mesi sono quasi sempre stati gli stessi a giocare.
Se sento la società vicina? La società mi è sempre stata vicina: in Inghilterra gli allenatori non vedono mai il proprietario. Io Thohir lo sento tutte le settimane e il resto dello staff lo vedo tutti i giorni ad Appiano, quindi da questo punto di vista non c’è alcun problema.
Come commento il fenomeno Leicester? Sono felicissimo per loro e soprattutto per Ranieri, perché se lo merita: stanno facendo qualcosa di straordinario, che difficilmente ricapiterà in futuro.
L’interesse per Yaya Tourè? Difficile parlare adesso di mercato, sicuramente dovremo fare delle scelte e sperare di azzeccarle: lui è un grande giocatore, ma è un giocatore del City. Il calcio è strano: a volte non c’è bisogno di cambiare tanto. Noi abbiamo bisogno perché stiamo ricostruendo, abbiamo bisogno di calciatori che abbiano personalità e tecnica elevate, ma non è facile trovare giocatori bravi e che al tempo stesso non costino tanto.
Il gruppo cinese? Sono amici del presidente Thohir. Può darsi che ci sia un interessamento, ma non lo so: se succederà qualcosa, sarà per il bene dell’Inter, per tornare a competere in Champions League.
Puntare su qualche giovane italiano? Il problema è trovarli, arrivarci prima, ma non è semplice: credo sia giusto creare una base italiana, ma trovarli, e trovarli per l’Inter, non è semplice. Anche per il solito discorso sulla pazienza che in Italia non c’è. Il giocatore che quest’anno mi ha stupito di più è Brozovic: è migliorato molto e penso possa diventare un grande centrocampista. Anche Kondogbia e Perisic hanno dimostrato di avere qualità importanti. Questo significa che a volte bisogna sapere aspettare e magari passare attraverso qualche delusione.
Io pronto per la Nazionale? Non capita a tutti di allenarla, non è un traguardo per tutti: il lavoro è diverso però può essere ugualmente bello e piacevole. Quando arriva la chiamata della Nazionale, se c’è la possibilità, penso che uno debba accettare.”
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