MILANO – Candidatura ufficiale per Antonio Rossi alla presidenza della Federazione Italiana Canoa e Kayak, la Fick: Candidatura ufficiale per Antonio Rossi alla presidenza della Federazione Italiana Canoa e Kayak, la Fick: «Ho deciso di candidarmi dopo l’esperienza di Rio 2016 – esordisce – ho ascoltato la voce degli atleti e ho capito che il nostro mondo ha rallentato troppo. Soprattutto negli ultimi due giochi olimpici. Non abbiamo fatto una grandissima figura».
Antonio Rossi e il futuro della Fick – «Ho deciso di candidarmi per dare una scossa alla disciplina – prosegue Antonio Rosi – non tutto è da buttare, ma in alcune discipline c’è da migliorare. Io ero abituato a vedere una certa preparazione prima. Ho deciso di candidarmi per dare discontinuità con la precedente gestione. Luciano Buonfiglio ha già concluso tre mandati. Io ho trascorso otto anni in Giunta Coni, rivestito il ruolo di assessore a Lecco e in Regione. Ho avuto la possibilità di crescere, sono pronto».
L’insegnamento di Malagò Anche il presidente Coni Giovanni Malagò aveva auspicato che ex atleti coprissero ruoli dirigenziali in federazioni: «Ci sono discipline che sono andate bene come gli Under 23, ma il lavoro maggiore è stato fatto dalle 250 società. Bisogna stargli vicino e dargli possibilità di fare canoa. E dare formazione ai tecnici, cosa mancata totalmente negli ultimi periodi. Bisognerebbe tornare ad ascoltare società e tecnici per farli crescere. Ho dato un incarico consultivo ad Oreste Perri. Deve attivare un tavolo con varie società e tecnici, per definire un programma da sottoporre al Consiglio della federazione per definire i direttori tecnici delle varie discipline. Non sarò io a scegliere ma deve arrivare dalla base. Il ruolo politico non deve immischiarsi con scelte tecniche».
La credibilità Antonio Rossi conclude: «Quello che è mancato è la credibilità, anche a livello internazionale. Bisogna portare avanti progetti e collaborazioni con altre federazioni internazionali. Non solo dal punto di vista agonistico, ma anche del lavorare assieme. Portare da noi le federazioni, una sorta di Erasmus con società sportive. E’ sempre stato un mondo diviso quello della canoa. Conflittualità presunte tra me e la Idem, Bonomi e me, Bonomi e Scarpa. Penso che si debba remare tutti verso obiettivo un comune, Tokyo 2020. Si parla spesso di trasparenza, ora le parole chiave devono essere meritocrazia e umiltà».
Addio a Roma 2024 Infine una battuta su Roma 2024: «La Raggi è stata scortese – precisa – Malagò è il numero uno dello sport nazionale e credo che l’Italia abbia fatto un’ottima figura a Rio. Si parla sempre di sport come esempio e quando sul pratico si fa aspettare 40 minuti e passa un presidente. La candidatura? Il Coni doveva portarla avanti perché l’impiantistica e la cultura sportiva, come si è visto a Londra 2012, potevano portare miglioramenti. La Raggi non poteva dire di no, il Coni le dava carta bianca su qualsiasi cosa, il Governo dava copertura finanziaria. Coni e Comune Roma non potevano dire di no, al massimo era il Governo che poteva tirarsi indietro».
Fonte MilanoSportiva