Focus: maratona di New York
NEW YORK CITY (U.S.A.) – Sono a New York City per la loro spedizione statunitense, le Run for IOV in vista della loro prima esperienza da 42 km, la Maratona di New York.
17 donne dai 31 ai 63 anni, di cui 13 da poco guarite dal cancro e le altre 4 gli angeli che le hanno condotte al di fuori della malattia: le due chirurghe, una ricercatrice endocrinologa ed una psiconcologa. «È un po’ come mettersi le scarpe per correre di nuovo la propria vita» – spiega Sandra Callegarin, commercialista 48enne, a capo col marito della Run Your Life Again Onlus dopo l’esperienza della malattia. «Correre mi dà coraggio e quando mio marito ha corso la Maratona di New York lo scorso anno io ero nel pieno delle cure e nel vuoto delle forze, motivo per cui non potevo che promettermi un’esperienza simile e dedicarmi questo regalo. In un momento in cui realizzi in cui non c’è nulla che realmente dipenda da te, hai davvero bisogno di riprendere il controllo della tua vita e di dedicarti ad un obiettivo. E da lì, l’idea di coinvolgere altre donne, legare il progetto a filo doppio allo IOV, cercare sponsor e qualcuno che avesse voglia di allenarci!».
Quel qualcuno è l’aponense Antonino Calabrò, tecnico FIDAL per la Spak4 Padova, che insieme a Stefano Zanellato ogni giovedì sera ha regalato un’ora del proprio tempo per quasi un anno al più ambizioso dei suoi obiettivi atletici allo Stadio delle Terme di Abano, in collaborazione con la VIS Abano: «Le nostre runners in rosa hanno sostenuto per un anno 3 allenamenti alla settimana, di cui uno in pista gestito da noi, accompagnato da meticolose tabelle di chilometraggio e velocità e da un’alimentazione corretta».
«Per loro volontà e sotto supervisione medica, – continua – si sono allenate da principianti allo stesso modo di chiunque altro, senza concedersi sconti. E, in effetti, a parte qualche raro episodio nel pieno del caldo agostano, non ho mai sentito lamentele da parte loro e le ho viste affrontare i diversi obiettivi che ci eravamo posti: prima i 10 km, poi la mezza Maratona di Padova partita da Abano, infine i 30 km di un mese fa».
«Sono diventate una vera squadra, – conlude – sia sulla pista che nell’affrontare la malattia, ma ognuna ha trovato un suo percorso per farlo e l’aspetto sportivo è sfociato in agonismo e sana competizione tra compagne. Posso azzardare che quasi tutte concluderanno la Maratona sotto le 5 ore e qualcuna si avvicinerà molto alle 4! Per me, da allenatore, è stato davvero un salto nel buio, ho sempre allenato ragazzi in salute, nel fiore degli anni e dalle prospettive rosee, ma solo con loro ho imparato che anche la fatica è un regalo!»