FOCUS TV: Mancini
COLOGNO MONZESE – Mercoledì 20 giugno 2018, all’interno del programma Tiki Taka Russia, condotto da Pierluigi Pardo, in onda alle ore 22.00 su Italia 1, è intervenuto il commissario tecnico della Nazionale Italiana Roberto Mancini.
Mancini dichiara: «La Spagna ha vinto con fatica contro l’Iran ma tutte le partite sono difficili ai Mondiali, soprattutto le prime. Nessuno vuole perdere e anche per le compagini più forti diventa complicato.
Spagna favorita per la vittoria finale? Io credo che la favorita sia il Brasile, poi chiaramente la Spagna ha la forza per poter arrivare in fondo. Ma ora è difficile giudicare perché le nazionali più piccole quando affrontano le grandi si chiudono molto. Non a caso la partita più bella è stata Portogallo-Spagna.
Se avessimo partecipato avremmo potuto dire la nostra in Russia? Il Mondiale è sempre aperto, soprattutto per l’Italia che ha un background importante. Poi quando sei lì può succedere di tutto, le ultime due volte che abbiamo vinto, nel 1982 e nel 2006, non partivamo da favoriti. In questo momento abbiamo bisogno di un po’ di tempo ma allo stesso tempo dobbiamo qualificarci per l’Europeo 2020. Poi una volta qualificati ce la giocheremo.
Aguero e Higuain dovrebbero giocare insieme? Sono due grandi attaccanti, come tutti quelli che ha in rosa l’Argentina. Ma credo che Sampaoli li conosca meglio di tutti.
Quanto può crescer ancora Icardi? A livello di gol mi sembra che in questi anni ne abbia fatti abbastanza. E anche a livello di partecipazione della manovra con la squadra è cresciuto molto. Ogni giocatore poi ha margini di miglioramento.
Meglio Cristiano Ronaldo o Messi? Stiamo parlando di due campioni straordinari sotto tutti i punti di vista. Ronaldo ha una preparazione mentale fantastica, si è costruito come giocatore perché da giovane era forte ma non era così. Messi invece è nato fuoriclasse e a volte non ha la preparazione mentale che ha Ronaldo.
Cosa significa allenare la Nazionale? C’è grande emozione perché rappresenti il tuo Paese. Penso che allenare al Nazionale sia la massima aspirazione per ogni allenatore. L’emozione è tanta e continuerà a esserlo in ogni partita.
Voglia di rivincita dopo un rapporto con la maglia azzurra difficile da giocatore? Sicuramente sì. Aver la possibilità di allenare la Nazionale non capita a tutti e non capita tutti i giorni. Questa era la cosa che desideravo e poi spero di riprendermi con gli interessi quello che non ho avuto come giocatore con la maglia azzurra.
Più difficile vincere l’Europeo rispetto al Mondiale? L’Italia non lo vince da molti anni e sicuramente sarà molto difficile. Però prima qualifichiamoci e poi vedremo. L’Italia deve sempre puntare al massimo degli obiettivi.
Le sensazioni dopo le prime due amichevoli? Io sono abbastanza positivo. Abbiamo bisogno di lavorare e molti ragazzi hanno bisogno di crescere. Nessuno di noi però può sapere quanto potranno migliorare, questa è la bellezza di questa situazione, può accadere di tutto: magari fra tre anni cresce un campione in grado di cambiare le partite. Ad esempio Mbappè un anno e mezzo non era nessuno, così come Dembelè che un anno fa era solo un giocatore giovane di qualità, poi è andato al Barcellona e in sei mesi è migliorato tantissimo. In questo Mondiale mi sembra ci siano solamente solo due veri campioni.
Il rapporto con Balotelli? Mario non lo vedevo da 4 anni e mi sembra che sia maturato come persona, è diventato più grande. Le qualità tecniche non si discutono, dipende tutto da lui. Mario ha tutte le qualità, tecnicamente è bravissimo, ha un tiro straordinario e poi sa giocare. Deve collegare un po’ tutto. Gli ultimi due anni a Nizza è migliorato molto, è ancora giovane ma dipende tutto da lui.
Può giocare insieme a Immobile? Lui ha le qualità per giocare con tutti, con Immobile, Insigne, Chiesa e Belotti. Non ha grandi problemi perché ha giocato in tutti i moduli. Tecnicamente è fortissimo e fisicamente può competere contro ogni difensore.
Poche possibilità in Nazionale? No ho avuto le mie possibilità, ma in quegli anni lì c’erano grandissimi giocatori e andavano fatte delle scelte. Nel 1994 con Sacchi decisi di non andare più in Nazionale e quello fu un errore.
Il gol al quale sono più affezionato? A tutti, non me li ricordo tutti ma sono affezionato a ogni gol realizzato». (dichiarazioni pervenute da Direzione Comunicazione e Immagine Mediaset)
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