FOCUS: Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!»
ABBIATEGRASSO (MI) – L’Istituto Istruzione Superiore V. Bachelet di Abbiategrasso (MI) ha potuto organizzare per i propri studenti un pacchetto di corsi formativi con l’obiettivo specifico di migliorare delle competenze chiave degli allievi con azioni volte allo sviluppo di materie trasversali. Nello specifico in classe si è potuto discutere di tre specifici diversi moduli rispettivamente denominati: Cibo e salute-operatività, alimentazione e ricerca (per 15 ore), Legala-mente (per 6 ore) e Sport e legalità – arbitro scolastico (sempre per 6 ore).
Proprio quest’ultimo apparato ha visto la consulenza come esperto esterno e relatore, Angelo Bonfrsico ex arbitro della Serie A calcistica italiana. Per la prima volta lo storico fischietto è salito in cattedra trovandosi dinanzi invece di celebri calciatori pronti a scalpitare, un manipolo di studenti attenti e incuriositi. Non capita tutti i giorni di ritrovarsi come “Prof” un personaggio che a suo modo, ha scritto pagine di calcio come arbitro, figura quest’ultima che ne rappresenta disciplina e regole.
Ma come vedono il gioco del calcio oggi gli studenti? Ne sono ancora incuriositi e appassionati come sempre? Lo abbiamo chiesto allo stesso Bonfrsico. «Dai ragazzi ho avuto una risposta positiva in tal senso. Ho di certo dato qualcosa a loro ma i feedback si sono mostrati interessanti e all’altezza, segno che i giovani come sempre, hanno qualcosa da insegnarci anche in materia calcistica. Sono il futuro. A loro spetterà il cambiamento eventuale delle regole in futuro».
Cosa hai potuto raccontar loro durante il corso? «Ho trattato diversi argomenti. Il Var è stato uno dei temi che ha suscitato più curiosità ma anche intorno all’arbitro dal punto di vista sociale o meglio, sulle ripercussioni che provocano le sue decisioni in campo nel mondo dei media e del tifo. L’arbitraggio in fondo rappresenta il rispetto delle regole ed il rispetto delle regole rappresenta un futuro anche di una società civile migliore ed ovviamente di uno sport migliore. Poi in classe mi hanno potuto domandare sul com’è frequentare il mondo della Serie A da vicino. Un mondo che i ragazzi vivono solo attraverso il filtraggio mass mediatico. L’avermi conosciuto, gli ha aperto poi un mondo di prospettive. Infatti credo che abbiano rivalutato o valutato meglio, la figura della’arbitro a volte spesso relegata al sanzionatore. Ma il mondo dei fischietti è sempre e comunque affascinante, tanto che qualcuno di loro mi ha chiesto lumi sul come fare per intraprendere tale strada. La cosa positiva è che i ragazzi sono sportivi per antonomasia. Calcio, basket e non solo, sono per loro pane quotidiano. E questa esperienza insieme li ha avvicinati anche ad un discorso come prospettiva post scolastica. La scuola oggi è certamente carente se pensiamo alle poche ore dedicate allo sport.
Il tempo dedicato all’educazione fisica – conclude Bonfrisco – è esiguo rispetto ad un contenitore come quello dello sport che non è solo svago ma che anzi presenta aspetti seri come nutrizione e salute generale che i ragazzi sin dalla più tenera età dovrebbero imparare a conoscere. Le federazioni e tutti gli enti legati al CONI dovrebbero a mio avviso incrementare la propria vicinanza al mondo scolastico. Ciò vale anche per gli arbitri di qualsiasi disciplina. Questo corso per me ha rappresentato un primo step ma lo sport dovrebbe fare di più e la scuola essere meno restia in tal senso. Una vecchia questione questa, che prima o poi andrà dipanata».
Sport Small.it ne ha poi approfittato per rivolgere alcune domande alla classe
Quali sono i calciatori che rispettano di più il regolamento del calcio e applicano il fair play?
RAGAZZI: Kantè, centrocampista del Chelsea e della nazionale francese o Van DijK, difensore del Liverpool e capitano della nazionale Olandese o anche, fra gli emergenti italiani, Daniele Rugani ma, uno per tutti, Javier Zanetti per il suo comportamento esemplare in ogni occasione della sua lunghissima carriera.
Si parla spesso, purtroppo, di violenza negli stadi; il VAR mostrato in diretta al pubblico potrebbe diminuire i motivi di contrasto fra le diverse tifoserie?
RAGAZZI: no, pensiamo che in questo momento non aiuterebbe; alcuni di noi vanno allo stadio, anche in curva, e conosciamo bene l’atmosfera che si crea nelle gare più attese; la disponibilità ad essere “oggettivi” nel valutare un intervento arbitrale è merce rara in quelle occasioni. Le immagini del VAR, strumento al quale non ci siamo ancora del tutto abituati, potrebbero moltiplicare e protrarre gli argomenti di discussione e di contrasto.
Dopo esservi confrontati con Angelo Bonfrisco, ritenete che gli arbitri siano ancora “ammalati di protagonismo” o effettivamente al servizio dello sport?
RAGAZZI: confrontarci con Bonfrisco ci ha fatto capire quanto sia complesso e delicato il ruolo dell’arbitro e come il suo protagonismo sia nocivo per il gioco e lo spettacolo. Pensiamo che gli arbitri delle competizioni maggiori, in generale, si mettano a disposizione dello sport. La situazione è un po’ diversa sui campi di periferia, quelli che solitamente frequentiamo noi, dove gli arbitri si concedono, forse per inesperienza, forse per il loro carattere, atteggiamenti da protagonista con maggiore frequenza.
Il VAR, così come è concepito oggi, è davvero uno strumento utile per il gioco del calcio oppure pensate che abbia bisogno di migliorie per diventare davvero efficace?
RAGAZZI: sicuramente ha delle grandi potenzialità e ha permesso di chiarire tante situazioni controverse, tuttavia il suo utilizzo deve essere migliorato; a volte se ne è abusato con troppe interruzioni del gioco, in altre occasioni non si capisce perché non sia stato chiamato in causa. Pensiamo che in prospettiva si dovrà prevedere anche l’introduzione del tempo di gioco effettivo, come già avviene in tanti altri sport.
Cosa vi ha lasciato l’incontro con Angelo Bonfrisco? A qualcuno è venuta l’idea di dedicarsi alla “carriera” di arbitro?
RAGAZZI: la consapevolezza che il ruolo dell’arbitro è di grande responsabilità e che nello sport moderno va interpretato come un lavoro d’équipe. La passione di Angelo, pur a distanza di anni dal suo ritiro dal “calcio che conta”, è intatta, traspare ed è davvero contagiosa. Certamente ad alcuni di noi piacerebbe provare questa esperienza; una delle difficoltà principali è che per farlo dovremmo smettere di giocare ed è difficile affrontare questa scelta in questo momento.
Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!» Bonfrisco «Arbitrare è bellissimo. Ragazzi tocca a voi!»