FOCUS: Iron People
LIVORNO – “La disabilità può determinare stimoli nuovi in chi ha avuto la forza di reagire: sembra un gioco di parole sgarbato, ma grazie allo sport, è possibile riuscire ad accettare il fatto, qualunque sia, trasformandosi in atlete e atleti e dimostrando così di possedere coraggio, orgoglio e una straordinaria voglia di vivere. Credo che ogni progetto dedicato a questa tematica sia un segnale di apertura e di pluralismo che arriva dalla nostra società”.
Così Salvatore Sanzo, presidente del CONI Toscana, sulla mostra fotografica “Iron People” (“Persone di ferro”) che sarà ospitata fino al 24 marzo negli spazi della Biblioteca dei Bottini dell’Olio (piazza del Luogo Pio) a Livorno.
La mostra – promossa da Comune di Livorno, CONI Toscana e CIP Toscana – -si compone di 36 scatti realizzati dalla fotografa e atleta pisana Ilaria Cariello, il cui obiettivo ha centrato le gesta atletiche di 6 campioni paralimpici toscani impegnati in 6 discipline: tennis, ciclismo, tiro con l’arco, nuoto, scherma e atletica leggera. Una carrellata di immagini di una toccante spettacolarità per dimostrare come nello sport sia possibile andare oltre ogni barriera e raggiungere i più impensabili traguardi sfidando e superando i propri limiti.
“La disabilità fisica e lo sport quale strumento ideale per superarla sono argomenti sempre più attuali a livello nazionale – aggiunge Salvatore Sanzo – Le imprese sportive di atleti come Alex Zanardi e Bebe Vio hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica e anche il mondo dei giovani. La mostra di Livorno conferma la grande ricettività della Toscana nel far propri modelli di promozione dello sport paralimpico, a dimostrazione dei valori sociali che nella nostra Regione non sono mai disgiunti da quelli prettamente agonistici quanto semmai ad essi complementari”. (da comunicato La Segreteria CR CONI Toscana)
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FIRENZE – “La disabilità può determinare stimoli nuovi in chi ha avuto la forza di reagire: sembra un gioco di parole sgarbato, ma grazie allo sport, è possibile riuscire ad accettare il fatto, qualunque sia, trasformandosi in atlete e atleti e dimostrando così di possedere coraggio, orgoglio e una straordinaria voglia di vivere. Credo che ogni progetto dedicato a questa tematica sia un segnale di apertura e di pluralismo che arriva dalla nostra società”.