FOCUS NUOTO: Corrado Sorrentino
CORRADO SORRENTINO: “LAVORO PER NON FAR SCAPPARE GLI ADOLESCENTI DALLE PISCINE”
CAGLIARI – Per chi volesse farsi un’idea di tutti i successi accumulati nella sua carriera natatoria e pallanuotistica, nelle fila di Rari Nantes Cagliari, Promosport Cagliari (come agonista) e Atlantide Elmas (come master), consigliamo di digitare su Google le seguenti parole: palmares, Corrado, Sorrentino. Ed ecco che ad una prima lettura si farebbe fatica a ricordare tutto quello che c’è scritto. Lui per venire incontro all’interlocutore sintetizza così: “Tre volte campione nazionale assoluto, 23 volte campione nazionale di categoria, medaglia di bronzo campionati europei juniores, presenze in nazionale sia nelle giovanili, sia negli assoluti”. Tiene però a precisare: “Mi sono mancati i mondiali e le olimpiadi, pazienza”
Corrado Sorrentino 45 anni, non solo è il consigliere regionale responsabile della formazione, ma è di queste settimane la decisione di tornare a gareggiare da agonista: probabilmente gli appassionati se lo ritroveranno in acqua a giorni. “Ho ripreso ad allenarmi perché ho in testa un’impresa che renderò di dominio pubblico più avanti”.
Continua il tuo rapporto viscerale con il nuoto
Sono stato messo in acqua per la prima volta quando avevo tre anni e mezzo. Quindi da 43 anni convivo con questo mondo.
Un mondo che attraverso questa tua attività nel Comitato vuoi preservare a tutti i costi
Ci teniamo molto ad avere un prodotto di qualità e che gli allievi/istruttori siano formati adeguatamente. Non andranno a formare soltanto gli adulti che rappresentano una fascia d’utenza enorme nel mondo del nuoto, ma anche i bambini che sono il futuro del nostro mondo. Ecco perché pur dispiacendoci molto, a volte, come commissione d’esame, siamo costretti a bocciare.
Ci parli del tuo staff?
A livello organizzativo ho la fortuna di avere degli ottimi collaboratori sia a Cagliari, sia a Sassari. Conoscendo le proprie realtà territoriali sanno molto bene come e quando intervenire. Si è strutturato uno staff di docenti e di collaboratori che non sta lasciando nulla al caso.
A Cagliari?
Qui posso contare sull’apporto di due bravissime collaboratrici, Valeria Mulas e Elisa Serra, che oltre ad essere delle brave docenti anche a livello nazionale, mi aiutano nella costruzione del corso. Le materie che lo caratterizzano devono avere una sequenza specifica affinché siano collegate tra loro. E poi assieme a me insegnano anche Marco Pinna, Monica Pilleri, Giorgia Collu, Chiara Anziani, Michela Laurenzo, Massimo Fanni. Li ho scelti perché si danno molto da fare e lavorano con passione.
E a Sassari?
Lì opera il presidente Danilo Russu, appassionato cronico che non riesce a mollare, e Maria Paola Giordo. Entrambi si danno da fare per la costruzione dei corsi anche perché sono a più stretto contatto con l’ambiente che poi li ospita. E’ una fortuna che nel nord Sardegna ci siano loro: conoscono indubbiamente meglio di me quella realtà.
Attualmente abbiamo delle eccellenze isolane?
Valeria Mulas viene chiamata sistematicamente ai corsi nazionali. Nei miei si occupa di cultura dell’acqua e spiega davvero molto, molto bene. In quelli nazionali si occupa di comunicazione. Sarà una delle docenti al Corso Receptionist di Alghero.
Praticamente a chi frequenta rilasciate delle qualifiche
Si. Per quanto riguarda il primo livello, devono essere superate le prove attitudinali. Se uno non sa nuotare, difficilmente riesce a realizzare il punteggio adeguato necessario a proseguire il corso.
Che tipo di consigli elargisci agli aspiranti?
Durante le lezioni dico sempre questo: “dovete avere la consapevolezza che abbiamo a che fare con i bambini. E dietro un bambino si nasconde sia il futuro acquatico della federazione, sia anche l’adulto che dovrà stare nel nuoto. E se ci guardiamo attorno, ci viene automatico pensare che bisogna fare molto di più in tal senso. Abbiamo una grossa responsabilità che sorreggiamo sul palmo della mano; ci teniamo molto a fare bella figura.
Adulti e bambini: occorreranno tecniche particolari
Gli approcci sono nettamente differenti. All’adulto riserviamo con molta attenzione una serie di opportunità. C’è infatti chi vuole allenarsi molto, oppure chi vuole rilassarsi, senza dimenticare coloro che vogliono semplicemente divertirsi. L’offerta nel mondo del nuoto deve essere più completa possibile.
E i bambini?
Con loro è un po’ differente perché non vanno a ricercare nulla. Vengono portati dai genitori. E a loro deve essere riservata una lezione dilettevole perché altrimenti andrebbero a fare altro. Siamo usciti fuori dallo schema che dovevano giocare e basta; adesso imparano a stare in acqua e a conoscerla divertendosi. La vivono come una partner, una cosa piacevole e non un pericolo.
Facciamo l’identikit di chi frequenta i vostri corsi?
Ho individuato tre macroaree di istruttori: c’è chi lo frequenta per aprirsi un’opportunità economica, perché con il brevetto può trovare qualche ora di lavoro in più. Poi ci sono quelli che vogliono ampliare le proprie conoscenze e la vedono come un’utilità, pur non essendo mai stati nel mondo del nuoto. Infine, c’è l’appassionato, quello che vive in piscina, l’atleta che nuota tutti i giorni e partecipa alle gare master, oppure il genitore che va tutti i giorni in piscina.
Tutto molto chiaro e ben definito
Solitamente quelli appartenenti alla terza macroarea hanno già un altro lavoro e intraprendono il corso per piacere. Chi lo fa per passione ha indubbiamente una marcia in più rispetto agli altri. E’ chiaro che sono necessarie le capacità comunicative altrimenti è veramente difficile fare l’istruttore.
Qual è il futuro della formazione?
Dopo Tokyo 2020 si entrerà a far parte dello SNaQ (Sistema Nazionale Qualifiche sportive), preposto dal CONI per il conseguimento delle qualifiche dei tecnici sportivi e per la loro certificazione. Ci adegueremo a questo schema formativo e di conseguenza qualcosa cambierà anche in termini numerici, però c’è da aspettare perché non abbiamo ancora dati definitivi.
Personalmente cosa sogni?
Mi piacerebbe trovare un sistema per alzare l’asticella. Cioè avere uno staff di docenti che possa ambire al panorama nazionale. Se così accadesse i nostri corsi sarebbero di livello superiore. Questo inciderebbe sulle motivazioni del discente che ambisce a prendere un brevetto; sarebbero direttamente proporzionali al livello degli istruttori, molto più bravi e motivati.
E poi?
Istituire un corso riservato ai ragazzi di fascia d’età compresa tra i 16 e i 18 anni. E’ una fase critica dell’adolescenza perché si registra un’alta percentuale di abbandoni. Potrebbero ripiegare come apprendisti istruttori. Mi piacerebbe prepararli ad una carriera professionale che ancora pecca un po’ di riconoscimenti governativi. Piano, piano ci stiamo arrivando. Entrare nello SNaQ è un modo di essere concretamente più visibili.
L’ESCALATION DEI CORSI FORMATIVI IN CASA FIN SARDEGNA
La gestione del Comitato FIN Sardegna targata Danilo Russu ha indubbiamente dato un poderoso sussulto a tutti i settori in esso incorporati. Non sono tanto le percezioni visive che lo attestano, ma soprattutto i numeri.
Prendendo in considerazione i corsi di formazione di ogni tipologia inerente al mondo delle vasche, è indubbio che da tre anni a questa parte se ne siano organizzati tanti, anche di valenza nazionale.
Non ultimo quello previsto ad Alghero l’8 e il 9 febbraio (a oggi 44 iscritte/i) e che riguarda lo sviluppo delle competenze necessarie per accogliere, informare e consigliare il fruitore dei servizi per vivere la migliore esperienza all’interno del centro natatorio. E tra l’altro la peculiarità della due giorni è che non è riservata esclusivamente a chi si occupa prevalentemente di nuoto, ma può rappresentare una opportunità lavorativa anche da chi proviene da alte realtà sportive. Tutte le iniziative simili sono promosse anche attraverso i canali social curati dalla FIN Sardegna.
Un’organizzazione imponente è stata mobilitata per la formazione degli allievi istruttori, istruttori di base e istruttori specialistici. Coordinata dal più grande nuotatore sardo di tutti i tempi, Corrado Sorrentino (vedere intervista in basso), è sempre attiva ed opera costantemente per generare sempre più interesse attorno alla disciplina. Qualche giorno fa a Cagliari (all’Esperia in via Pessagno) è partito un corso per allievi istruttori e a breve (dal 15 febbraio al 15 marzo) ce ne sarà identico uno nel Capo di Sopra presso le piscine sassaresi di Lu Fangazzu.
Dal 2017 ai giorni nostri si enumerano 19 corsi organizzati dalla FIN, cioè una densità mai vista prima, segno che comunque il feeling tra più figure che partecipano all’allestimento conta parecchio e genera un reiterato entusiasmo. Dalla segreteria FIN Sardegna fanno sapere che entro il 2020 saranno oltre 30.
Lo scopo ovviamente è far sì che gli aspiranti allenatori traggano dai corsi le giuste competenze per creare tanto entusiasmo tra i bambini, senza sottovalutare la componente adulta che rappresenta un traino notevole per tenere alta la passione a base di cloro.
“Non è un caso che la Federazione Centrale abbia un Settore Istruzione Tecnica tra i migliori in Italia – sottolinea il presidente regionale FIN Danilo Russu – e solitamente, infatti, i risultati agonistici rappresentano il termometro dell’efficienza formativa. La Federnuoto sta dimostrando a suon di medaglie la qualità dei suoi allenatori, formati attraverso i propri corsi. Il SIT (Settore Istruzione Tecnica) regionale non ha fatto altro che seguire la strada tracciata dal Professor Roberto Del Bianco (Consigliere Responsabile Settore Nuoto Squadre Nazionali Federazione Italiana Nuoto; Responsabile Area Formazione Federazione Italiana Nuoto), puntando ad una formazione di qualità e su tutti i settori. Corrado Sorrentino, grazie al suo vissuto di atleta e docente, sta mettendo in pratica un percorso formativo che ha centrato l’esigenza della Sardegna”.
A CAGLIARI MANIFESTAZIONE CATEGORIA NUOTO DI FONDO INDOOR
Per sabato primo febbraio 2020 il calendario agonistico concepito dalla FIN Sardegna prevede il Campionato regionale di categoria nuoto di fondo indoor. L’appuntamento è a Cagliari, presso la piscina di Terramaini con inizio alla 17:00. La competizione è riservata a tutti gli atleti della categoria Ragazzi, Juniores, Cadetti e Seniores e prevede sia i 3000 metri, sia i 5000. Dall’organizzazione fanno sapere che i partecipanti saranno 61, appartenenti ad otto società.
LA PALLANUOTO SARDA CRESCE CON GLI EVENTI IMPORTANTI E LE SINERGIE
Il Un’intesa programmatica a lunga gittata con la Federazione centrale per risollevare il movimento pallanuotistico isolano. La Fin Sardegna ci ha creduto, ottenendo risultati sui campi grazie all’organizzazione di eventi e continui pungoli alle società impegnate nello sviluppo del settore.
Si punta sull’irrobustimento delle categorie giovanili maschili più basse a partire dall’under 11, passando per under 13 e under 15 (le categorie con più società partecipanti), fino ad arrivare alle under 17 e under 20. Con un occhio di riguardo anche al settore femminile che, per tenerlo in vita, si è ricorsi ad una speciale deroga dall’alto necessaria a consentire l’impiego delle poche giocatrici superstiti nei campionati maschili, tenendo sempre in considerazione l’unica società sarda in assoluto disputante un campionato nazionale (A2 femminile): la Promogest Quartu S. Elena.
Con la nuova era targata Danilo Russu i numeri della pallanuoto sono cresciuti sia come numero di società, sia come adesione dei tesserati, ma si vuole fare di più attraverso strategie promozionali d’impatto.
L’estate scorsa Cagliari ospitò la Coppa Comen, Trofeo del Mediterraneo under 17: la presenza di diverse selezioni europee giovanili è stata utile per gli addetti ai lavori locali nel veicolare con più entusiasmo la bellezza di quello che è il più autentico sport di squadra della Federazione. Visti i risultati eclatanti affiorati nei vivai in pochissimo tempo, la FIN sarda rilancia con un altro appuntamento imperdibile, sempre nel capoluogo: il quadrangolare Sardinia Cup dall’8 al 12 luglio 2020. L’evento vedrà la presenza della Nazionale Italiana maschile Campione del mondo in carica, intenta nei preparativi verso gli imminenti giochi olimpici giapponesi dove mira ad una posizione di prestigio, fortificata dalla mini delusione nell’ultimo europeo.
Importante anche l’evento, previsto a fine maggio, con l’organizzazione di un quarto di finale del Campionato Nazionale under 20, la categoria meno sviluppata nella nostra regione con appena tre compagini iscritte. La squadra sarda che si laureerà campione regionale della categoria si giocherà l’accesso alle semifinali con le squadre terze classificate nel girone Lombardia, Lazio e Liguria.
C COME CONDIVISIONE
Un punto dolente che riguarda chi vive in un’isola è il non poter confrontarsi facilmente con avversarie di altre realtà d’oltremare. E anche in questo caso l’intesa tra comitati territoriali, agevolata dall’intermediazione federale, ha consentito alla serie C maschile di diventare interregionale. A partire da questa stagione, e dopo due lustri in cui giocare tre gare ufficiali all’anno rappresentava uno standard difficile da scardinare, è stato istituito, a livello Nazionale, il Girone 6 che gestirà la FIN Sardegna. Oltre alle quattro formazioni isolane tra cui la retrocessa Promogest, e poi Acquasport, Atlantide Elmas e Promosport Cagliari, parteciperanno altrettante formazioni laziali. Si comincia con due piccoli concentramenti territoriali da quattro e già questo consentirà alle isolane di giocarsi sei gare a testa tra andata e ritorno. Poi arriva il bello perché le prime due di ogni raggruppamento sfoceranno in un altro, con altre sei sfide per ciascuna da disputare in Sardegna e nel Lazio. La prima classificata sarà ammessa alla partecipazione del campionato di serie B 2020 – 21. Previsto il girone salvezza con le stesse modalità: la terza e la quarta sarda e la terza e quarta laziale si affronteranno in un ulteriore girone di andata e ritorno. L’ultima classificata retrocederà nel campionato promozione.
LA GEOGRAFIA DELLA PALLANUOTO SARDA
A2 femminile: Promogest Quartu
Serie C maschile: Acquasport Assemini, Promogest Quartu, Promosport Cagliari, Atlantide Elmas (gioca a Dolianova). Le quattro laziali: Antares Nuoto Latina, Aquademia, Virtus Flaminio Roma, Sport Team 2000
Under 20: Promogest, Promosport, Atlantide
Under 17: Oppidum, Antares Iglesias, Promosport, Promogest
Under 15: vedere paragrafo successivo
Under 13 pre-campionato: Antares Iglesias, Atlantide, Luna, Rari Nantes Cagliari, Oppidum
Per il campionato, oltre le 5 di cui sopra, hanno già confermato la loro presenza anche Sporter Sassari Nuoto e su deroga del Comitato Regionale, una squadra mista composta da atleti Promosport e Acquasport. Il Comitato resta in attesa dell’adesione di una ottava squadra
RICCARDO TOSELLI: DIMINUIRE IL DIVARIO TRA NORD E SUD SARDEGNA
Arricchire la mente girovagando. E’ Il motto ideale del consigliere regionale Riccardo Toselli, responsabile settore Pallanuoto e Acque Libere. Il suo curriculum è di quelli che fanno venire il capogiro per le tante mete raggiunte. Nato a Genova si traferisce in tenerissima età nel Lazio dove a undici anni comincia a giocare a Pallanuoto, in casa Ambranuoto Latina, con una parentesi nelle giovanili della Lazio, seguita dall’esperienza con l’Antares Nuoto Latina. Da grandicello, grazie alla specializzazione in grandi opere e bonifiche ambientali, il lavoro lo porta di nuovo in Liguria (Ponente Ligure e Arenzano le squadre in cui gioca durante la sua presenza lavorativa) per poi andare a Civitavecchia dove rimane per due Stagioni sportive.
Nel 2000 l’arrivo nella regione che l’ha letteralmente rapito, consentendogli di mettere a frutto le sue esperienze pluriennali acquisite. Da giocatore milita con la Promosport e la Nuotomania in Serie B, fino al 2009. Si dà da fare come tecnico nel Sulcis visto che decide di vivere a Carbonia. Dal 2009 abbraccia il mondo Master, categoria che gli fa vincere un argento e un bronzo ai campionati italiani pallanuoto con Atlantide e un argento e un bronzo con la Pallanuoto Milano in due edizioni della Coppa Internazionale di Spagna.
“Conoscere mondi diversi della pallanuoto – dice Riccardo – mi ha consentito di importare in Sardegna stimoli e nuove visioni. Di sicuro muoversi da una parte e dall’altra comporta l’assimilazione di problematiche logistiche diverse”.
Com’era la situazione pallanuotistica nella Sardegna sud occidentale?
A Carbonia con Nuotomania ho iniziato con dieci ragazzi che poi sono diventati trenta. Questo mi ha consentito di creare una squadra maschile e una femminile. I ragazzi sono riusciti anche ad arrivare al campionato di serie C. Avvenimento storico che non accadeva dai tempi del glorioso Portoscuso. Da consigliere mi sto attivando affinché l’Antares possa raggiungere la serie C.
E la vita in piscina negli anni settanta?
In una regione come il Lazio, con alta percentuale di abitanti e conseguentemente di sportivi, le piscine erano sempre piene. A me piaceva nuotare, però al mio fianco dei ragazzi si mostravano felici nell’armeggiare con una sfera. Ho voluto provare pure io. Da lì è nato il divertimento nel prendere una palla in mano. Ciò mi ha portato a continuare con la pallanuoto piuttosto che con il nuoto.
Un mondo che ha un fascino particolare.
La pallanuoto piace, il fattore palla è sempre un qualcosa che attira i bambini. E’ come il calcio che viene preferito alla corsa. Nel nuoto stai in una corsia, esegui gli esercizi, alleni il tuo fisico e lo porti all’estremo per obiettivi individuali. Giocare con una palla ed avere la possibilità di essere stimolato all’interno di un gruppo che gioca assieme è un qualcosa di diverso. Agli atleti e ai ragazzi che entrano in acqua esorto ad intraprendere questo percorso.
In Sardegna la pallanuoto sembra solo un affare del sud
Il divario dipende dagli impianti. L’unico esistente nel nord, per l’under 15 in su, era legato ad Alghero grazie a particolari deroghe e autorizzazioni. Con la temporanea chiusura dell’impianto catalano tutto si è fermato. Ma è anche vero che forse è mancata nei precedenti anni la giusta spinta per far riattecchire il movimento. Per venire incontro ai più piccoli sarebbero sufficienti i normali impianti natatori.
In passato si sono conosciute altre realtà periferiche
Oltre ad Alghero, anche Macomer e Nuoro avevano delle squadre. Poi l’interruttore si è spento. Ora ci stiamo riorganizzando con la creazione di eventi che coinvolgano direttamente le Società del nord – Sardegna, derogando strutture e incentivando le categorie dei più piccoli (under 11 e 13).
Come?
L’attività promozionale attraverso i più piccoli, con mini partite o parti di allenamento condivisi attraverso la multilateralità. Una delle prime Società che ha risposto “presente” è la Sporter Sassari Nuoto, grazie anche alla presenza di un nuovo tecnico di pallanuoto con cui personalmente sto condividendo idee e spunti di riflessione, anche per la prossima estate.
Senza dimenticare il sud..
Ovviamente le stesse cose accadranno nel capo di sotto. Per le categorie under 11 demandiamo alle Società le scelte organizzative, prestando la massima collaborazione come Comitato con tappe che quest’anno vorremmo organizzare direttamente per incentivare la partecipazione alle tappe intermedie.
I settori giovanili sono linfa vitale
Infatti, da quando siamo entrati in Comitato stiamo puntando molto sullo sviluppo nord-sud, cercando di preservare il più possibile la serie C, a cui vogliamo assicurare la costante partecipazione di almeno quattro Società, con la speranza ogni anno di inserirne una nuova che vada a sostituire quella promossa in serie B. Questo progetto mira alla distanza, ed è per questo che puntiamo molto su under 11 (propaganda e agonisti) e su under 13, che ci permetteranno tra 5-6 anni di avere un folto numero di atleti nel giro delle prime squadre.
L’aver organizzato il girone interregionale di serie C rappresenta un gran balzo in avanti
In passato esistevano appena due o al massimo tre compagini che si scontravano in andata e ritorno e poi la vincente andava a disputare una partita “secca” di play off con squadre provenienti da Lazio, Sicilia, Calabria che avevano alle spalle almeno 15/16 partite; uno squilibrio evidente.
Cosa fare ancora per aumentare le adesioni?
Le società stanno sposando la nostra causa, inserendo ulteriori esercizi nei corsi di nuoto con l’utilizzo di palle, più o meno piccole, in modo che i bambini se la possano passare tra loro, assimilando l’esercizio innato della bicicletta, proprio per avvicinarli al gioco e stimolarli a quella che potrebbe essere l’attività pallanuotistica.
La Sardinia Cup è un appuntamento che può aprire gli orizzonti
La presenza dei campioni del Mondo poco prima di Tokyo 2020 non ha bisogno di commenti. Spero solo che la Sardegna porti a loro la stessa fortuna degli under 17, che dopo la Coppa Comen vinsero l’Europeo.
(fonte da comunicato Uff Stapa FIN Sardegna)
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