FOCUS: Var a richiesa per le squadre
MONZA – La Figc in via informale si sarebbe detta disponibile nei confronti dell’ Ifab (International Football Association Board) e FIFA ad essere ancora una volta pioniera nella sperimentazione di altre nuove possibilità per quanto concerne le direzioni arbitrali delle partite.
Nello specifico, l’organizzazione nazionale calcistica guidata dal Presidente Gravina sarebbe pronta a rendere la propria Serie A con il plàcet della Lega Calcio che la governa e delle società che la compongono, di introdurre il “challenge“, ovvero la possibilità da parte delle squadre in campo di richiedere all’arbitro, all’interno dei 90 minuti, l’on field review (la revisione a monitor) per un massimo di un solo episodio a partita non chiarito durante lo stesso match.
Le modalità andrebbero di certo discusse, su chi ad esempio possa essere il richiedente di tale verifica: un giocatore che ha subito un fallo? Il capitano della squadra coinvolta? Un allenatore?
Tale strategia si starebbe dunque facendo largo nella mente dei massimi sistemi del calcio con l’intento ultimo di stemperare quelle polemiche che si verificano quando un direttore di gara non si reca a rivedere a monitor, episodi che sul campo e in tv in diretta, appaiono talmente dubbi che una “controllatina video” non dovrebbe essere negata. Ma è davvero la strada giusta per invitare l’arbitro a recarsi più spesso a verifiche video? A questo proposito abbiamo ascoltato il parere di un ex fischietto di Serie A come Angelo Bonfrisco.
L’INTERVISTA
SportSmall.it Bonfrisco, è la strada giusta proporre alle squadre di essere loro a chiamare in causa il Var almeno per un episodio dubbio per squadra durante una partita?
LA MOVIOLA DI BONFRISCO «Premessa: Ifab è l’unico ente che può come si sà, combiare le cose in questo senso, però bisogna tenere conto di quando questo ente si riunisce per delibarere. Tali vertici avvengono con una media di due volte l’anno, la prossima loro riunione è comunque a breve, ma non credo ci sarà lo spazio per agire sul tale discorso. E’ inutile che la Figc proponga questo ora, perché nella prossima riunione dell’International Football Association Board, si discuteranno i punti all’ordine del giono che erano stati satabiliti nella precedente riunione. Pertanto la richiesta della Figc slitterebbe ad un ulteriore assemblea del prossimo autunno. L’efficacia o meno di una modifica così, si potrebbe verificare dunque, solo nella stagione 2021-2022. Per intervenire nella prossima stagione invece, qualcuno dovrebbe emettere nell’immediato una mozione d’urgenza, atto raro. Attuare modifiche regolamentari per la stagione in corso poi, sarebbe una missione impossibile.
Oltretutto la strada del Challange, ritengo non sia quella ideale da percorrere. In questo momento ho a tal proposito, perplessità. Il Challange infatti sarebbe lanciato solo in fase sperimentale, quindi i veritici del calcio non sono in effetti sicuri che sia la scelta giusta. E dunque, tra tempistiche Ifab dilatate e prove varie, sembra che tale indirizzo, sia stato indicato dalla sola Figc che vuol dare segnali più confortanti ai propri club dopo tanti errori in questo senso. Infatti non si sa se l’iFab condivida l’idea della stessa Federazione calcistica italiana. La verità è che il VAR deve avere più coraggio e in questo concordo con Gravina. Io invece, modificherei solo il protocallo Var, chiedendo la possibilità di lasciare più campo libero agli stessi varisti di intervenire pure quando l’arbitro ha già effettuato una decisione, sopratutto se sbagliata: ad esempio sui contatti in area che certificano spesso situazioni importanti. Questa scelta, ne sono certo, non toglierebbe l’autorevolezza del fischietto in campo, anzi più on field review lo supporterebbero.
I CASI DI MILAN-JUVENTUS (1-1) ANDATA COPPA ITALIA 2020
SportSmall.it Proviamo a fare ora, un attimo di pura moviola. Nella sfida di Coppa Italia Milan Juventus, si è verificato un ultimo episodio in cui l’arbitro non si è recato a monitor per rivedere un momento importante. Nello specifico si è visto al 62′ Cuadrado venire colpito sul volto in area da Rebic del Milan in modo veemente, probabilmente nel tentativo di sorpassare il bianconero in corsa per proteggere per primo la sfera in fase difensiva. Questo episodio meritava di essere rivisto?
LA MOVIOLA DI BONFRISCO «Questo è l’esempio classico dove tutti avremmo dato rigore… ma il Var coi suoi limiti non interviene. Certo non abbiamo certezze che Valeri avrebbe dato rigore nonostante una sua revisione a monitor ma è giusto comunque recarsi al video. Gli episodi delle scorse settimane, analoghi a questo, hanno portato le società a reclamare e la Figc a prendere una posizione politica».
SportSmall.it All’ 87′ della stessa partita, Ronaldo compie una rovesciata in area e Calabria nel tentativo di contrastare il proprio avversario, si ritrova di schiena dando le spalle alla palla e, senza vedere la stessa partire, colpisce a braccio largo la stessa sfera, pur non vedendola calciare. L’arbitro Valeri concede invece qui un rigore alla Juve, proprio dopo aver rivisto l’episodio a monitor. Il suo parere?
LA MOVIOLA DI BONFRISCO «Questo episodio all’interno del discorso che stiamo facendo dimostra come al contrario si possa e si debba utilizzare il VAR. Se funzionasse sempre così non ci sarebbe bisogno di introdurre il challenge. Qui infatti l’arbitro si è recato correttamente al monitor. Lui ha concesso il rigore, io probabilmente non l’avrei assegnato perché il braccio di Calabria non è sopra la linea della spalla se pur largo. Avrei considerato il movimento dell’arto del rossonero come naturale».
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