MODENA – Con l’inizio dei campionati di calcio a sette del Csi Modena arriva anche una notizia destinata a lasciare il segno: nella Virtus Mandrio, squadra reggiana iscritta al campionato di calcio a sette Basic League girone F della provincia Modena, giocherà anche Francesco Messori, capitano della Nazionale Amputati a soli diciassette anni. Avendo a disposizione un’autorizzazione in deroga al regolamento del Csi nazionale, il giovane potrà quindi scendere in campo per la prima volta in un campionato di adulti normodotati.
CALCIO A 7 Dopo l’esperienza nel campionato giovanile a 11 del comitato provinciale Csi di Reggio Emilia, Francesco ha scelto il calcio a sette che è la sua disciplina (la nazionale amputati della quale è capitano gioca a sette), senza il timore di incontrare sul suo cammino calciatori amatoriali: “Abbiamo acconsentito a questa scelta – spiega
L’esordio di Francesco Messori avverrà a Mandrio mercoledì 7 ottobre alle ore 21 nella gara tra Virtus Mandrio e GS Artiglio.
INTERVISTA A FRANCESCO MESSORI, 17 ANNI, CAPITANO DELLA NAZIONALE AMPUTATI
A che età hai iniziato a giocare?
«Quando avevo circa 9 anni».
Cosa significa giocare in un campionato accanto a ragazzi normodotati?
«Sicuramente non è come giocare in Nazionale, dove il confronto è alla pari. Qui devi cercare di sprecare meno palle possibili, perché non posso fare conto sulla mia velocità, rispetto a quelli con due gambe, quindi il recupero della palla, diventerebbe più difficoltoso, se non impossibile».
Cosa ti dicono i tuoi compagni?
«Mi sono integrato bene con loro e mi apprezzano per il mio impegno».
Hai mai avuto paura?
«A volte ho paura dei contrasti di gioco quando trovo avversari, fisicamente più forti, ma ci si fa l’abitudine».
Cosa significa per un ragazzo che vive la tua condizione fisica poter disputare questo campionato?
«Credo che sia un privilegio, un’occasione in più. Sono emozionato».
La tua famiglia cosa dice?
«Come sempre mia madre è quella più appassionata. Mio padre, invece, ha altri interessi, ma sono comunque felici entrambi perché mi vedono soddisfatto».
Cosa vuoi dire ai ragazzi che vivono la tua stessa condizione fisica?
«Vorrei dire loro che, se amano praticare un certo sport, di coltivarlo e di impegnarsi al massimo per raggiungere i loro obiettivi».
Diverso, invece, è il significato della Nazionale Amputati: ce ne parli?
«Bisognerebbe riempire pagine per parlare della nazionale. Nel dicembre 2011 il presidente del Centro Sportivo Italiano Massimo Achini mi diede la deroga per giocare insieme ai normodotati, poco dopo ho creato un gruppo su Facebook per reclutare altri ragazzi con il mio stesso problema ma con la stessa voglia di giocare a calcio. Nel dicembre 2012 il Csi presenta la prima Nazionale di Calcio Amputati. Da allora ad oggi, abbiamo disputato diverse amichevoli internazionali e perfino un Mondiale in Messico e la strada è ancora lunga. In breve dico che, confrontarsi con quelli alla pari, è un grande vantaggio, inoltre è un calcio a tutti gli effetti e in alcuni casi anche più spettacolare del calcio dei normodotati, in quanto sulle stampelle si possono compiere gesti tecnici sublimi».
Squadra del cuore?
«Barcellona».
Qual è il tuo sogno da giocatore?
«Diventare un giocatore professionista. In Turchia, per esempio, esiste un campionato a 24 squadre in cui i giocatori sono professionisti, lo fanno di mestiere»,
L’avventura è solo all’inizio.
LE PAROLE DELLA MAMMA DI FRANCESCO, FRANCESCA MAZZEI
«Come mamma di Francesco non ho molto da aggiungere al grandissimo percorso che è stato fatto in questi anni, se non un grazie di cuore come sempre ma non scontato al meraviglioso impegno del Centro Sportivo Italiano. Chi crede e si impegna per la realizzazione di grandi progetti non rimane deluso. Ecco perché dico grazie al Csi, perché da sempre mette davanti il bene del singolo, come messaggio positivo e valore aggiunto per la società. Francesco l’anno scorso aveva disputato il campionato provinciale di Reggio Emilia ma di calcio a 11, una bella esperienza, ma sicuramente il campionato a 7 risulterà per lui più divertente e accattivante. E’ il suo sport e la sua giusta dimensione calcistica in quanto anche nella Nazionale Calcio Amputati si gioca a 7. Mercoledì sera ovviamente non mancherò all’appuntamento e come sempre sarò la sua prima tifosa. Ho visto che vendono una maglia con una scritta che riporta una stampa che cita così: “Molte persone aspettano tutta la vita prima di incontrare il proprio calciatore preferito…….io l’ho cresciuto”! Se farò in tempo ad acquistarla la indosserò sicuramente».
IL PROGETTO DISABILI E SPORT DEL CSI MODENA PRONTO A RIPARTIRE
La notizia dell’inizio del campionato di calcio a sette per Francesco Messori, che giocherà insieme ai normodotati, è il sogno che tutti coloro che credono e hanno creduto nel progetto “Disabili e sport” si ponevano. Progetto, che è pronto a partire anche quest’anno coinvolgendo sull’intero anno scolastico oltre 100 ragazzi con disabilità, altrettante classi e una trentina di formatori specializzati. Il fine, grazie al finanziamento principale di Csi Modena e Panathlon Modena con la collaborazione dell’Ausl, è sempre stato principalmente uno: permettere ai ragazzi con diverse disabilità di praticare attività sportiva insieme e al pari coi compagni di classe normodotati, facendo in modo che le ore di educazione fisica nelle scuole fossero ore inclusive, dove l’integrazione fosse alla base del progetto di ogni singola classe. Sono stati oltre mille, negli anni, i ragazzi coinvolti. Correva l’anno 2000 quando il comitato di Modena ha iniziato ad avvertire in maniera forte il bisogno di intrecciare il tema della disabilità allo sport, quale mezzo per contribuire all’integrazione sociale e al benessere della persona disabile. Nel biennio 2006/2007 l’impegno si è fatto più consistente, con la nascita del progetto scolastico “Disabili e Sport”, un progetto di educazione motoria per le scuole medie inferiori e superiori, che si articola, in tutte le sue iniziative, nel periodo scolastico compreso tra ottobre/novembre e aprile/maggio.
Si parte dalla convinzione che un’appropriata e continuativa attività fisica, sportiva e motoria, sia per tutte le persone disabili un indispensabile mezzo di promozione umana e sociale nonché di integrazione in ambienti lavorativi e ricreativi. L’integrazione del ragazzo disabile nella scuola e con la classe, attraverso un’accurata programmazione delle attività ed un’attenta analisi delle problematiche, rappresenta la finalità principale del progetto.
Per tutta la durata del progetto vengono realizzati percorsi specifici individuali e di gruppo, seguiti da istruttori di educazione motoria che hanno partecipato ad un corso di specializzazione organizzato dal Coni Modena e dal Cip Emilia-Romagna, per coinvolgere l’alunno singolo oppure tutta la classe, in modo tale da creare un ambiente di “lavoro integrato”.
Riuscire a conoscere il tipo di attività più idonea alle proprie capacità e condizioni di salute, aver rispetto della diversità, riconoscere e valorizzare le differenze di potenzialità e di capacità, sono i capisaldi del progetto.
Ufficio stampa Csi Modena