CAGLIARI – In venticinque anni di storia Crusaders i saliscendi della vita sono sempre stati affrontati col miglior spirito possibile. I problemi vanno e vengono, ma se presi di petto si arriva comunque ad una soluzione. Il presidente Emanuele Garzia analizza un momento particolare in cui, chiuso il campionato under 19, si lavora per la II divisione di cui ancora non si conosce la composizione dei gironi. E in attesa di pianificare le trasferte non lo ha lasciato certo indifferente sapere che a loro e a tanti altri club che attraversano continuamente il Tirreno per giocare, non sono state concesse delle agevolazioni tariffarie da parte della ex compagnia di bandiera italiana.
RIFLESSIONI I recenti crimini a sfondo religioso perpetrati a Parigi hanno anche aperto un caso di coscienza tra i giocatori stessi: si discute se il nome del club non possa creare imbarazzo. Ma il gruppo va avanti compatto cercando sempre di interagire con altre realtà: di recente la senior si è sottoposta a sedute di allenamento coordinate da Andrea Loi, coach della Pallavolo Alfieri Cagliari e in seguito assaggiando i programmi suggeriti da CrossFit Kasteddu & CrossFit Sant Elena. Godibili anche le apparizioni televisive con Emanuele Garzia e il coach della Senior Giuseppe Fiorito che hanno avuto modo di propagandare il football sardo ad una platea di ascoltatori eterogenea. Anche l’head coach della giovanile Luca Giraldi fa una disamina dell’ultimo campionato, non nascondendo le delusioni che questa esperienzaha prodotto. Ma il segreto dei rosso argento è che da questi momenti di sconforto ci si rialza con più voglia di fare.
IL PRESIDENTE EMANUELE GARZIA SEMPRE COMBATTIVO E BEN SUPPORTATO
Ha ripreso in mano il timone della società, ma non ha trovato tutto come prima, anzi ora Emanuele Garzia si sente più sereno perché può contare sulla collaborazione di tante persone: “Sicuramente è cambiata la consapevolezza dell’intero team – dice – e se si vuol partecipare ai prossimi campionati nazionali, dobbiamo, tutti insieme, metterci d’impegno e sacrificare un po’ del nostro tempo libero e dedicarlo ai Crusaders.
Ma le gatte da pelare non mancano. In questi giorni si parla insistentemente di tariffe aeree agevolate di cui voi non avete mai beneficiato..
Proprio in questi giorni Cagliari si è candidata come Città dello Sport 2017. Mi domando se il sindaco del capoluogo sardo, Massimo Zedda, sia di questo pianeta. Fa questo grande passo ma si è già dimenticato che Alitalia, in accordo con il Coni, ha escluso tutto lo sport sardo dalle nuove tariffe Spotlight, che permettono alle squadre isolane, ma anche a quelle che devono arrivare da noi, di accedere a tariffe estremamente favorevoli per le trasferte. Si aggiunga che si sono ridotti notevolmente anche i contributi di cui possono usufruire le società sportive, e il quadro complessivo si fa ancora più deprimente.
Rimedi?
L’unico modo per risolvere la situazione è che anche Cagliari venga inclusa nelle tariffe Spotlight, ma è proprio questo il problema, la soluzione è semplice basta avere la volontà di includerci nella promozione.
Nel frattempo si è concluso il campionato giovanile. Che indicazioni ha dato?
Prima di tutto che senza un vivaio di giovani abbiamo poche chance di proseguire il nostro cammino sportivo. E avere nuovamente la speranza di conquistare qualche altro titolo Nazionale, così come avvenne nel 2004 e nel 2010. Al di là, ovviamente, dei meri risultati sportivi, che poco dicono circa l’impegno delle nostre giovani leve che hanno disputato un campionato veramente duro, con team fortissimi come Seamen, Skorpions e Rhinos.
Il nuovo assetto dirigenziale ora si concentrerà con la senior. Come si stanno comportando i collaboratori – giocatori?
Benissimo. Come ho detto prima, la mia ridiscesa in campo, da loro fortemente voluta, è stata condizionata da un coinvolgimento personale di una parte di atleti, che affettuosamente ribattezzo ‘anziani’, a cui ho chiesto di mettersi in gioco. Questo perché il tempo a mia disposizione è sempre più limitato e al momento attuale non sono più in grado di fare le stesse cose di due anni fa.
Impressioni sugli allenamenti della Senior?
Hanno iniziato da diverse settimane, direi che ci sono tutti i presupposti affinché la prossima stagione ci diano delle soddisfazioni, magari contornate da qualche bel risultato. Ovviamente tutto dipende dalla costanza e dalla serietà di tutti gli atleti nel venire agli allenamenti sia in campo, sia in palestra. Sicuramente il coach team, guidato Giuseppe ‘Full’ Fiorito, avrà un ruolo fondamentale nel raggiungere una preparazione all’altezza del prossimo campionato Nazionale.
Avete in serbo iniziative particolari nei prossimi mesi, campionato a parte?
Un aspetto a cui teniamo molto e secondo me di fondamentale importanza, è quello di continuare a curare l’immagine dei Crusaders. Veicolarla verso varie iniziative, volte a far conoscere il team e a diffondere la filosofia del Football Americano fatta di sport sano e leale. Inoltre stiamo portando su una linea di merchandising per diffondere sempre più anche l’immagine del nostro club.
Un desiderio da realizzare con i Crusaders?
Forse quello più grande e ambito è di avere finalmente una nostra struttura dove poter svolgere tutte le attività correlate al nostro sport. La speranza è che la prossima amministrazione che andrà a guidare la città per i prossimi cinque anni, sia più attenta agli sport minori e quindi ci dia più spazi.
Gli attacchi terroristici di Parigi hanno fatto aprire un dibattito anche in casa vostra..
Si è paventata la possibilità di cambiare il nostro nome, perché alcuni di noi hanno pensato che potesse, in qualche modo, urtare la sensibilità di una parte religiosa, presente anche in Sardegna. Secondo me non è questo il modo di affrontare la problematica; nel nostro team abbiamo hanno militato anche giocatori di religione musulmana ma nessuno di loro si è mai offeso per il nome che portiamo e mai è stato deriso per la religione praticata. Il mio pensiero personale è che ci si debba rispettare sempre e comunque al di là del colore della pelle e della religione praticata.
Non può essere tralasciato il venticinquesimo compleanno della vostra società..
Cinque lustri a base di tanti sacrifici ma con tante soddisfazioni. Mi auguro che ci sia sempre qualcuno che ami questo sport come noi lo abbiamo amato finora e che possa un domani proseguire questo lungo cammino, magari per i prossimi venticinque anni.
LUCA GIRALDI: “STO RIVEDENDO LA MIA POSIZIONE ALL’INTERNO DEL COACHING STAFF”
Dalle sue parole è evidente che la recente esperienza come head coach dell’under 19 l’abbia lasciato con molti punti interrogativi da risolvere. Luca Giraldi parla col cuore della sua recente esperienza, toccando nervi scoperti, ma sempre con la convinzione che la situazione vada messa sotto controllo al più presto.
A sangue freddo, come ti è sembrata queste esperienza con l’under 19?
Comune a tante altre già viste col settore giovanile. Abbiamo difficoltà a prendere il volo per motivi abbondantemente discussi nei precedenti comunicati. Non posso ritenermi soddisfatto, la stagione è stata fallimentare su più fronti, e continua ad esserlo vista la scarsa affluenza al campo senior dei ragazzi provenienti dalla junior. Diciamo che sono piuttosto deluso!
Analizziamo tutti i reparti: si è segnato solo in trasferta, significa qualcosa
Probabilmente perchè più freschi fisicamente. Giocare ogni settimana è stato devastante per i ragazzi. Il numero di infortunati ne è testimone.
La difesa ha sempre subito pesanti passivi: troppo forti le avversarie?
Come l’attacco non è mai stata all’ altezza della avversarie. Per primo faccio mea culpa. Ancora oggi mi chiedo cosa sbagliamo con ragazzi.
Ci sono giocatori che ti hanno colpito più degli altri?
Qualcuno si è messo in evidenza. per doti atletiche ed attitudine, ma non mi va di fare nomi.
Il tuo rapporto con il coaching staff come è stato durante tutto il campionato?
C’è un rapporto di amicizia che ormai dura da anni. Purtroppo non essendo soddisfatto della stagione, i primi ad assumersi le responsabilità siamo noi. Dobbiamo migliorare sotto tanti profili.
Ora ti trasformi in giocatore, quei ragazzini diventano tuoi compagni, sensazioni?
Sono ansioso di vederli tutti al campo, allenarsi insieme a me. Dopo tredici anni di football giocato sarebbe ora che qualcuno di loro prendesse il mio posto. Purtroppo l’impegno che io metto nell’allenamento e nello studio delle fasi di gioco non l’ho ancora notato in nessuno di loro.
Come vedi il futuro giovanile in Sardegna nel football americano?
Staremo a vedere cosa esce fuori dal progetto scuole del 2016. E speriamo di imbroccare il recruiting. Per il resto sto rivedendo la mia posizione all’interno del coaching staff, in quanto non so se potrò dedicare ancora tutto questo tempo alla missione.
Cosa ti aspetti dal campionato di II divisione?
Ad oggi il mio entusiasmo, purtroppo, non è altissimo. La mia squadra senior non riesce mai a dare una continuità al roster per i motivi più disparati ed ogni anno è come se dovessimo ricominciare dalle basi. Sarà un’incognita anche quest’anno, vedremo in quale girone capiteremo.
Che fare per migliorare questa situazione?
Siamo dilettanti ma dovremmo approcciarci tutti da professionisti, acquisire una mentalità vincente è fondamentale. Il football deve essere una priorità per chi decide di giocarci, perchè è fondamentale la preparazione ottimale sotto vari profili.
UFFICIO STAMPA
CRUSADERS CAGLIARI