La REDAZIONE di SportSmall.it ha intervistato in esclusiva l’avvocato e procuratore Jean-Christophe Cataliotti, autore del libro “Mollo tutto e divento procuratore sportivo”.
Come si diventa procuratori?
«Oggi è molto, troppo facile. Da aprile 2015 è stata infatti liberalizzata l’attività: prima era obbligatorio superare un esame a Roma presso la Figc per ottenere l’idoneità. Oggi non è più così, con la cancellazione dell’albo degli agenti Fifa che ora si chiamano procuratori sportivi. La Fifa ha deciso di non occuparsi più della questione demandando la regolamentazione alle singole federazioni e la Figc di fatto ha aperto le porte a tutti. Non sono richiesti titoli di studio mentre in precedenza era necessario almeno il diploma di maturità. Per me è una novità negativa. Per superare l’esame bisognava studiare tanto, prepararsi sulle norme della Fifa e delle corti nazionali e internazionali. Questo mondo probabilmente ha sempre avuto le sembianze di una giungla, attualmente è più popolata».
Quale è stato il suo percorso?
«La mia è un’esperienza di lunga data. Ho lavorato con grossi procuratori gestendo una parte delle questioni dei loro assistiti. Poi sono diventato un battitore libero, un procuratore di giovani e giocatori di Lega Pro. In seguito ho intrapreso l’attività di consulenza per altri agenti (che necessitano di assistenza legale) e di intermediazione, aiutandoli nei casi di trasferimento di un assistito da una parte all’altra del mondo: ad esempio sono diversi i miei contatti in Inghilterra».
A che età uno sportivo dovrebbe cominciare a cercare un procuratore?
«Gli sportivi possono avere i procuratori soltanto quando sono professionisti, dalla Lega Pro in su. Però diversi giovani sono per così dire vincolati ai genitori che chiamano e cercano i procuratori i quali sono a caccia di talenti fin dai primi calci. Pesa la convinzione dei genitori di avere in casa un nuovo Messi… Comunque il procuratore è importante, per i ragazzi, intorno ai 15/16 anni».
Cosa fa un procuratore per un giovane sportivo?
«Segue il ragazzo allo stadio durante le partite, lo propone alle società, organizza i provini, prova a ottenere contratti di sponsorizzazione e lo assiste nella stipula dei contratti stessi. Cura dunque la gestione sportiva e di comunicazione, lavorando come un manager».
Lei è anche l’ideatore del sito ‘My football analysis Book’. Come funziona e a chi si rivolge?
«E’ un luogo di incontro per gli osservatori. Hanno la possibilità di inserire le loro relazioni e farsi votare per scalare la classifica dei migliori talent scout. E’ un modo per farsi conoscere, promuovendo anche i calciatori le cui schede possono essere stampate e presentate in versione cartacea».