MILANO – L’ex capitano dell’Inter Javier Zanetti, oggi vicepresidente del club nerazzurro, ha vinto il XXVII Premio Emilio e Aldo De Martino. La cerimonia di consegna dello stesso si è svolta lunedì 2 maggio, nella Sala delle Colonne della Banca Popolare di Milano, in via San Paolo 12, alle ore 18,30. Un evento aperto a tutti i cittadini. Se c’è uno sportivo che con la sua famiglia rappresenta i valori del Premio Internazionale Emilio e Aldo De Martino ‘Amore per lo sport e per la vita’ oggi è Javier Zanetti, che non solo per vent’anni in campo ha emozionato i tifosi nerazzurri, ma ha pure fondato insieme alla moglie Paula l’associazione PUPI allo scopo di aiutare i bambini socialmente più svantaggiati dei barrios di Buenos Aires, la sua città natale. A questa straordinaria coppia va dunque il riconoscimento intitolato ai due celebri giornalisti sportivi, padre e figlio De Martino, giunto alla XXVII edizione. A consegnare a Zanetti l’’Albero d’Europa’ del maestro Mario Rossello, Carla De Martino con il presidente del Premio Andrea Vaccani. Ha condotto l’incontro come sempre Bruno Pizzul. Intervenuti Pino Zoppini (già Presidente Coni Lombardia), il Presidente del Consiglio di Gestione della Banca Popolare di Milano Mario Anolli e il giornalista Claudio Gregori.
IL PREMIO Il Premio Internazionale Emilio e Aldo De Martino viene assegnato alle famiglie di sportivi dal 2008 e a riceverlo sono stati gli Ottoz padre e madre con figli e nonna; i Cagnotto madre figlia;i fratelli Abbagnale, la coppia Simeoni-Azzaro, i fratelli Moser e la famiglia. I premiati sono selezionati tra coloro che «con clamore o in silenzio, professionista o dilettante, operano nello sport con amore e un comportamento, verificato nel tempo, non connotato dall’emotività e dall’agonismo inteso come modo di vivere».
ZANETTI IN BREVE Zanetti, 43 anni, arrivò alla ‘corte’ del presidente Moratti a 22 anni nel 1995 come si legge sul frontespizio della sua biografia raccolta da Gianni Riotta ‘Giocare da uomo’ (Mondadori). Zanetti ripercorre la ‘partita infinita’ della sua vita da quando in ‘giocava su campetti fangosi e che a quarant’anni ha vinto tutto. Ma non ha mai dimenticato che, se è arrivato a sollevare in alto infinite coppe, lo deve ai valori in cui crede, la fatica, il lavoro, la famiglia”.
da MilanoSportiva