Focus TENNIS: Torneo Itf Under 18
SANTA CROCE SULL’ARNO (PISA) – Per il trentanovesimo anno consecutivo la Toscana e Santa Croce sull’Arno spalancano le porte al pianeta del tennis giovanile: si è aperto il Torneo internazionale under 18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, unico “Grade 1” organizzato in Italia, antipasto del prestigioso Trofeo Bonfiglio.
Nella giornata di debutto in cui i campi in terra rossa del Cerri hanno cominciato a tingersi di tutti i colori del mondo (44 i paesi rappresentati nell’edizione di quest’anno), i riflettori erano puntati su Oleksandra “Sashka” Oliynykova, testa di serie numero 10 del tabellone di qualificazione femminile. Considerata una delle giovanissime più interessanti dell’Ucraina, porta con sé una storia molto particolare e dolorosa: nel 2011 il padre, fervido attivista contro il regime di, viene colpito da un mandato di arresto ed è costretto a fuggire da Kiev in fretta e furia con moglie e figli.
L’evento drammatico si trasforma in opportunità, in quanto la famiglia Oliynykov si trasferisce in Croazia, senza conoscere una parola di croato: qui Sashka ottiene lo status di rifugiata e riprende la strada verso il suo sogno, diventare una giocatrice professionista, un obiettivo per niente semplice dopo la confisca di tutti i beni del padre.
A Santa Croce la sua avventura è cominciata felicemente (63 63) contro l’empolese Asia Serafini, una delle quattordicenni più forti del panorama italiano.
Per il resto del programma passano al secondo turno delle qualificazioni le prime due teste di serie del torneo maschile, il rumeno Bogdan Pavel (63 61 su Andrea Gola) e l’australiano Chase Ferguson (61 61 su Leonardo Taddia), e la numero 2 del torneo femminile, l’australiana Baijing Lin (61 60 su Camilla Brunello). Salutano la manifestazione al debutto i due “vivaisti” santacrocesi Cristian Banti e Gioele Firenzuoli, fuori per mano dello spagnolo Fernandez Horta e di Francesco Passaro, e gli altri pisani Luca Volpi, Tommaso Nocchi e Francesco Maestrelli.
Domenica 14 Maggio, sui campi del Tc Santa Croce e del Ct Pontedera si sono disputati un doppio turno per definire tutti i qualificati ai due main draw, che hanno preso il via.
Lunedi 15 Maggio com’è andata
TORNEO ITF UNDER 18 “CITTA’ DI SANTA CROCE”:
TRA TANTI AZZURRINI A “MUSO” DURO ALL’ESORDIO… IL PREDESTINATO CARRARESE E’ FUORI!
L’atteso 2002 Lorenzo Musetti eliminato al tie-break del terzo set dal brasiliano Oliveira. Avanti Zeppieri e Peoni
Non è mai troppo presto per iniziare a rincorrere i propri sogni. Lo sa bene Lorenzo Musetti, classe 2002 considerato uno degli elementi più interessanti in prospettiva del movimento tennistico italiano. Dopo l’esplosione nei tornei appena giocati, i suoi Internazionali under 18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini non finiranno nell’album dei ricordi più belli, ma poco male. Il match di esordio contro il qualificato brasiliano Christian Oliveira, una sfida sulla carta abbordabile, si è trasformato in una trappola letale per il quindicenne allenato allo Junior San Benedetto da Simone Tartarini. Vinto il primo set a fatica, l’avversario è salito in cattedra nel secondo, e il parziale decisivo è diventato una battaglia colpo su colpo, dove la mano fatata di Musetti non è bastata per scalfire la solidità del sudamericano, vittorioso per 7-4 al tie-break finale.
“I sacrifici che facciamo non sono mai tali se servono per raggiungere i nostri sogni – ci confida il carrarese -. Il mio è quello di disputare, un giorno, lo Slam a Wimbledon. Nonostante la sconfitta di oggi questo potrebbe diventare presto realtà, almeno a livello juniores, visto che se realizzassi un bel risultato al Bonfiglio potrei conquistare il ranking necessario per accedere alle qualificazioni londinesi”. L’exploit targato 2017 di Musetti è assolutamente impressionante, se si pensa che i suoi avversari nei tornei Under 18 hanno mediamente tre anni più di lui, un divario fisicamente enorme a questa età: nonostante questo, il talentino toscano ha colto un bel quarto di finale nel Grado 2 di Firenze, e da lì ha trovato la spinta necessaria per una fantastica finale nel grado 2 di Salsomaggiore. “Adesso sto bene e sono in piena fiducia: so che devo lavorare tanto, ma sono sulla strada giusta e sto cercando di eliminare i cali di tensione che contrassegnano ancora le mie partite”.
Quello di Musetti non è l’unico caso di impressionante precocità qui a Santa Croce. A differenza sua, hanno superato il primo turno Giulio Zeppieri, di un solo anno più vecchio del carrarese, e la diciassettenne massese Giulia Peoni, entrambi autori la scorsa settimana a Prato di uno strepitoso cammino giunto rispettivamente fino alle semifinali e ai quarti: al Cerri tutti e due hanno sfruttato la buona vena superando il bulgaro Sheyngezight e la russa Pachkaleva. Non saremo ai livelli di Andrea Temesvari, la più giovane vincitrice a Santa Croce nel 1980 a soli 13 anni e 11 mesi, ma la classica maturazione lenta all’italiana (vedi le recenti esplosioni tardive tra i top 100 di Paolo Lorenzi e Luca Vanni) sembra lasciare il posto a una maggiore prontezza al momento del passaggio nel circuito professionistico. Tra molte buone notizie per l’Italia (passano al secondo turno anche il romagnolo Francesco Forti, lo jesino Samuele Ramazzotti, il molisano Federico Iannaccone e la campana Nuria Brancaccio) ne arriva una decisamente negativa: la lucchese Tatiana Pieri, testa di serie numero 9 del singolare femminile, è costretta al forfait a causa di un virus gastrointestinale.
L’ingresso al Torneo under 18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini è libero per tutta la durata della manifestazione.
SIMONE BUTI, L’ARGENTO DI RIO CHE ADORA IL TENNIS: «FOGNINI SA EMOZIONARMI, NADAL FAVORITO PER ROMA»
Il ‘centrale’ toscano dell’Italvolley, in visita ai 39°internazionali juniores di Santa Croce sull’Arno, parla di uno dei suoi sport preferiti. E sul futuro della pallavolo azzurra: «A Tokyo per raggiungere un risultato storico. Sono uno sportivo a tutto tondo, e mi piace molto il tennis. Quando ho la possibilità scendo sulla terra rossa, spesso gioco contro mio fratello Valerio. Lui è più tecnico, io con il mio fisico copro bene a rete. In questo, i movimenti del volley mi aiutano molto».
Schietto e sorridente, il 33enne olimpionico di Fucecchio Simone Buti (argento con l’Italia del volley ai Giochi di Rio 2016) ha fatto visita ai talenti del tennis impegnati fino a sabato prossimo nei 39° Internazionali juniores di Santa Croce sull’Arno – Pisa, uno dei più importanti tornei giovanili di categoria (sono passati da qui 12 futuri n.1 al mondo ATP e WTA, tra questi anche lo scozzese Andy Murray).
«Sto sfruttando questi ultimi giorni di vacanza per rilassarmi – ha detto Buti – e ho voluto assistere a questa storica manifestazione giovanile che si disputa vicino alla mia Fucecchio. Purtroppo non potrò gustarmi gli Internazionali di Roma, perché da domani sarò impegnato nel collegiale con la Nazionale. Il mio tennista preferito? Tra gli italiani, dico Fognini. Il ‘Fogna’ è quello che mi emoziona di più, ha un carattere esuberante, non sai mai cosa aspettarti da lui, è un gran bel personaggio. In generale, dico invece Federer, per il suo talento e per il modo di stare in campo. Roger non sarà a Roma, e quindi penso che Nadal possa aspirare alla vittoria, anche in considerazione dell’ottimo stato di forma».
Dal volley al tennis, e ritorno. Il discorso scivola sul futuro pallavolistico di Simone Buti, che dopo la finalissima di Champions League CEV con la Despar Perugia, ha deciso di lasciare il club umbro. «Le voci di un mio trasferimento a Monza? Tra breve sapremo –, sorride Buti, che ritorna alla medaglia d’argento di Rio conquistata con l’Italia. – «Per l’emozione che ci ha regalato, la partita con gli Stati Uniti è stata come una finale – ricorda il ‘centrale’ toscano – A quel punto, l’impresa di conquistare l’oro era fattibilissima, se avessimo giocato all’80% ce l’avremmo fatta. Avevamo una ghiotta occasione. Comunque vedo un’Italia in crescita, con giovani interessanti, su tutti Simone Giannelli che ha solo 20 anni ed è fortissimo. Se lavoreremo bene in questo quadriennio olimpico, a Tokyo 2020 potremo aspirare all’impresa che non è mai riuscita alla pallavolo italiana». (da Ufficio Stampa)
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