FOCUS: La partita con papà 2019
MILANO – C’è chi non ha colpe. E chi non ha colpe? I bambini. Ovvio? Solo a volte però, evidentemente. Riflettiamoci. Meritano spensieratezza di sicuro e momenti di pura felicità. Certamente. E Giocare? Sì, ma anche qualcosa di più, proprio perché colpe, non ne dovrebbero avere. La partita Con Papà, potrebbe essere una di quelle idee che scrollano le colpe dalle spalle di chi non ne ha. Un’idea importante. Sì è proprio così, quella che porta avanti da qualche anno Bambinisenzasbarre Onlus. Tale associazione si prende carico da anni, di sostenere iniziative atte a migliorare gli incontri tra i detenuti ed i propri figli. Quelli che non hanno colpe ma che potrebbero frequentare di più e meglio, quei genitori che vedono e con i quali interagiscono, per pochissimo tempo ogni mese.
Non esistono barriere, catene o sbarre che possano fermare questo amore. Certo, questo sentimento è prorio quello con la “A maiuscola”. Non bisogna essere genitori per conoscerlo, basta essere semplicemente figli. Tutta l’umanità lo è. Quindi dovremmo ricordarci più spesso di essere proprio questo, umani. Ascoltare il cuore. Un dovere.
«Da domenica 1 dicembre e sino alla fine del mese, in circa 68 Istituti penitenziari sparsi per l’Italia, scatta la nuova edizione dell’iniziativa denominata “La partita con Papà”, in cui i figli minorenni dei detenuti, avranno la possibilità di giocare a calcio in partite vere contro i propri padri». A spiegarci il progetto che va avanti già da qualche anno, il presidente proprio di Bambinisenzasbarre Onlus, Lia Sacerdote.
«Lo spunto iniziale è partito proprio dai ragazzi – racconta -. Il calcio è infatti una passione che unisce tanti padri e figli. Il nostro scopo è quello di creare ponti tra questi due soggetti in accordo con le istituzioni preposte per migliorare la qualità del tempo dei loro incontri in carcere. Gli abbracci scambiati nelle solite aree preposte non possono bastare, sopratutto per i figli più giovani che hanno bisogno di ricevere più qualità da quei genitori che non possono frequentare come tutti.
Da aggiungere che questa è una problematica che coinvolge solamente in Italia, oltre 100 mila giovanissimi. I bambini hanno 8 ore al mese a disposizione per incontrare i genitori negli istituti penitenziari. Rendiamo questo tempo, un tempo felice. In questo ci viene incontro la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti. Poi, come Associazione, spesso affrontiamo anche il fardello che i ragazzi devono affrontare nella vita civile e nella scuola. Non è semplice per loro. Cominciamo a sostenerli facendogli ritrovare l’affetto dei loro papà che vedono poco ad esempio». (CONTINUA DOPO LA FOTO)
«In questo percorso – conclude Lia Sacerdoti – ci sostiene l’ex arbitro di Serie di A di calcio Angelo Bonfrisco, una persona speciale, che si è presa a cuore la tematica e che sa stare in mezzo ai più piccoli come pochi. Per noi non è solo il direttore di gare delle nostre partite solidali ma anche un testimonial azzeccato».
Proprio Bonfrisco chiosa: «Domenica primo dicembre 2019, mi dividerò tra il carcere di Opera e quello di Bollate per arbitrare le mini sfide de “La Partita Con Papà”. Poi avrò la possibilità di fare formazione arbitrale ai detenuti che lo vorranno grazie all’iniziativa “le regole del gioco”». (SportSmall.it)
Numero solidale 45594 dall’1 al 28 dicembre 2019
Campagna “LORO NON HANNO COLPE”
Tutti i bambini sono uguali, anche i 100mila bambini che hanno la mamma o il papà detenuti e per questo vengono emarginati e stigmatizzati.
Bambinisenzasbarre ogni giorno ne accoglie 10 mila nei suoi Spazi Gialli. Ne vuole costruire di nuovi per gli altri 90 mila. Gli Spazi Gialli si inseriscono all’interno del più ampio intervento di Bambinisenzasbarre in difesa del diritto dei figli di genitori detenuti e del mantenimento del rapporto con il proprio genitore.
Per questo lancia la campagna “Loro non hanno colpe”, una raccolta fondi – dall’1 al 28 dicembre, attraverso il numero “solidale” 45594, con la collaborazione di Mediaset, La7 e Sky e di tutte le compagnie telefoniche – per creare nelle carceri italiane nuovi Spazi Gialli, luoghi di accoglienza, ascolto, interazione ed attenzione dedicati ai bambini che entrano in carcere per incontrare la mamma o il papà e alle loro famiglie.
Oltre i giornali, le radio-televisioni nazionali-locali e le testate online sarà motore chiave della campagna degli SMS solidali, “La partita con papà” – in collaborazione con il Ministero di Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – che vede, nel mese di dicembre, in 68 carceri italiane, da Belluno a Palermo, i genitori detenuti giocare una partita di calcio con i loro figli: oltre 2800 i bambini e 1700 i genitori coinvolti nell’iniziativa, insieme agli agenti della polizia penitenziaria e agli educatori (i giornalisti sono già autorizzati all’accesso alle partite, accreditandosi presso l’istituto).
“La partita con papà”, una straordinaria occasione che permette a padri, madri e figli di condividere un momento di normalità e vicinanza, si è dimostrata un mezzo trainante per sensibilizzare le istituzioni, i media e tutta la cittadinanza sul tema dei diritti dei bambini e sull’emarginazione e lo stigma a cui sono soggetti questi minorenni.
Gli Spazi Gialli e “La partita con papà” sono “strumenti” attivati da Bambinisenzasbarre, nei suoi 18 anni di attività, che fanno parte del cosiddetto “Sistema Giallo”, l’intervento olistico che declina il “carcere alla prova dei bambini”, e che ha trovato la sua formalizzazione nella Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti. La Carta, unica in Europa, applicata nelle carceri italiane, firmata il 21 marzo 2014 – rinnovata nel 2016 e 2018 – dai Ministri della Giustizia, dall’Autorità garante dell’Infanzia e dell’adolescenza e da Bambinisenzasbarre, è stata accolta come riferimento guida per la Raccomandazione dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa nell’aprile del 2018.
In Italia gli oltre 100mila bambini che hanno un genitore detenuto corrono – a causa del distacco dovuto alla detenzione – un alto rischio di interrompere il legame affettivo con il proprio genitore, unico vero strumento di protezione e prevenzione per contrastare fenomeni di abbandono scolastico, disoccupazione, disagio sociale, illegalità e detenzione. “Il 30% dei figli di genitori detenuti è a rischio di diventare detenuto a sua volta se non si tutela la relazione per evitare che la scomparsa del genitore imprigioni il figlio nel modello genitoriale” (fonte: Federazione dei Relais Enfants Parents, Parigi).
Bambinisenzasbarre Onlus si impegna dal 2002 per tutelare il diritto di questi bambini, sancito nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, al mantenimento del rapporto con il genitore detenuto, affermando allo stesso tempo il diritto-dovere di quest’ultimo a esercitare il suo ruolo. Per questo ha creato lo Spazio Giallo. Gli istituti penitenziari in cui è presente sono, per ora, in Lombardia, Piemonte, Toscana, Liguria, Campania, Puglia e Sicilia.
Lo Spazio Giallo è un sistema di accoglienza pensato per i bambini che entrano in carcere per incontrare il genitore detenuto. È composto da un luogo fisico destinato all’attesa dell’incontro familiare con operatori formati che accompagnano i bambini e le famiglie nell’esperienza della detenzione.
L’ingresso in un penitenziario, luogo estraneo, perturbante e spesso traumatico, può essere un’esperienza traumatica per i bambini se non viene resa comprensibile con l’aiuto degli adulti di riferimento (famigliari, insegnanti, ecc.), che invece tendono spesso a costruire dei tabù a causa del pregiudizio sociale (“il figlio di un delinquente è automaticamente un delinquente”) e del rischio di emarginazione sociale (a scuola, nel quartiere, nello sport).
I bambini, attraverso strumenti di comunicazione non verbale come il gioco, il disegno, e i genitori, attraverso i “gruppi di parola”, vengono attivati ad esprimere le emozioni e le preoccupazioni legate al complesso periodo di vita che stanno attraversando; a condividere il momento con altre famiglie nella stessa situazione; ad affrontare con maggiori strumenti di consapevolezza il tempo complesso della detenzione. (Fonte: da comunicato Ufficio Stampa Aragorn/Ufficio Stampa Bambinisenzasbarre)
SCHEDA ISTITUZIONALE IN SINTESI
L’associazion | Bambinisenzasbarre Onlus è presente in Italia da oltre 15 anni, con attività di formazione e di ricerca in collaborazione con le Università e il Ministero di Giustizia. È attiva in rete sul territorio nazionale con il Sistema Spazio Giallo. |
Mission | Il mantenimento della relazione figlio/genitore durante la detenzione di uno o di entrambi i genitori e la tutela del diritto del figlio alla continuità del legame affettivo attraverso un’attività di mediazione con l’esterno a sostegno della funzione genitoriale nell’interesse del bambino. |
La Carta | Bambinisenzasbarre dialoga costantemente con le Istituzioni. Risultato significativo è la firma della Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti (la prima in Europa) tra il Ministro della Giustizia, l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza e l’Associazione (21.3.2014, rinnovata il 20.11.2018). La Carta, prima in Europa nel suo genere, riconosce formalmente il diritto dei minorenni alla continuità del legame affettivo con il genitore detenuto, in continuità con gli artt. 3 e 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
A rafforzare l’impatto del Protocollo – e del ruolo dell’Associazione a livello italiano ed europeo – si è anche imposta la Raccomandazione CM/Rec(2018)5, adottata ad aprile 2018 dal Consiglio d’Europa e rivolta al Comitato dei Ministri dei 47 stati membri. La Raccomandazione ha assunto come modello proprio la Carta italiana. |
Partner e collaborazioni | In Italia è partner, per gli interventi in area penitenziaria, del Ministero della Giustizia, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria e del Provveditorato Regionale per la Lombardia.
In Europa, è membro della direzione di Children of Prisoners Europe (COPE), la rete europea con sede a Parigi, presente in 15 Paesi, ed è consultant member di Ecosoc dell’Onu. Collabora, da sempre, con Fondazione Bernard van Leer de L’Aia e la Federazione dei Relais Enfants Parents di Parigi, e con le Università Statale, Bicocca e Cattolica di Milano, con l’Istituto dei Diritti Umani di Copenhagen, con la Commissione Europea e col Gruppo CRC, coordinato da Save the Children. |
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