FOCUS: Maradona non c’è più
di MAX CAVALLARO
MILANO – Credo che il calcio sia nato e rinato tre volte. Sono serio. Il primo vagito risale certamente al 1848 all’Università di Cambridge. In quella sede si stilarono le prime regole. Sin qui ci siamo immagino… Poi il mondo del pallone rinasce con l’arrivo di Edson Arantes do Nascimento, detto Pelé. Siete ancora lì? E siamo nel 1940. Vent’anni esatti dopo (1960) invece, arrivava scalpitante e quasi certamente molto scalciante tra le braccia di sua madre, Diego Armando Maradona.
Ok… Se il brasiliano era dotato di uno stacco di testa incredibile, della capacità di saltare gli avversari mimando la danza brasiliana della capoeira e di un super scatto in progressione palla al piede, l’argentino invece è stato per il calcio anche altro. Estro, certamente e genialità al motto di “immaginazione al potere”. Davvero.
Diego ci ha lasciati il 25 novembre 2020. Lo piangono i famigliari, i tifosi dei club quali: Argentinos Juniors, Boca Juniors, Barcellona, Napoli, Siviglia, Newell’s Old Boys, della Nazionale Argentina che ha anche allenato così come Textil Mandiyú, Racing Club, Al-Wasl, Fujairah, Dorados e Gimnasia La Platatutta.
In verità, ogni sportivo di questa era lo sta ricordando, commossi forse, da una vicenda umana non facile che non ha reso la sua fine, un lieto fine. In ognuno di noi veglia per tanto una commozione dolorosa.
Ora è doveroso che tutti lo ricordino per il campione globale che è stato. Inutile ripercorrere qui la sua carriera, i suoi successi, i suoi gol, i numeri. Non è questo il posto.
Sì, perché SportSmall.it che si unisce al cordoglio per questa perdita, non può che ricordarlo bambino attraverso quelle immagini che rimarranno ai posteri in cui palleggia in un modo così naturale da grande calciatore affermato. Incredibile vero?
Da questo luogo virtuale deputato allo sport amatoriale e giovanile, evidenziamo il fatto che chiunque di noi da piccolo, avrà provato ad emularlo in casa con buona pace delle nostre mamme, pronte a rimproverarci: le quali poi però, rimanevano incantate quanto noi, ad osservare “Dieghito” compiere tal gesto attraverso i tv color degli anni 80 che spesso riproponevano tali sequenze. Bei tempi vero? Sigh.
Tutti per questo, siamo stati un po’ Maradona dunque. E’ grazie a quelli come lui che il calcio ha un senso. Perché Diego Armando Maradona ci ha spiegato sul rettangolo verde che niente è impossibile e che al contrario i sogni sono realizzabili anche se arrivi dal nulla. Dalla fame. Dalla povertà.
A noi tutti il compito di tramandare la sua leggenda sportiva affinché quella fiamma che arde per la “pedata”, continui a rinascere ancora e ancora come araba fenice. Per sempre. Alzi la mano chi di voi non crede che Messi si sia studiato Diego nei minimi dettagli. Certo, poi il talento donato dalla natura aiuta, ovviamente.
Maradona è stato uno dei Supereroi del calcio, non vi è dubbio. Salviamo la sua tecnica calcistica e mostriamola ai bambini di tutto il mondo. E’ importante per la salvezza dell’anima dello sport. Per la salvezza dei sogni. Ciao numero 10. Chissà quante volte da piccolo, i suoi giovani avversari lo avranno salutato proprio così… «Ciao numero 10».
Maradona non c’è più Maradona non c’è più Maradona non c’è più Maradona non c’è più Maradona non c’è più