MESSINA – Vincenzo Nibali arriva nelle librerie con “Di furore e lealtà” opera scritta insieme a Enrico Brizzi. Il leader dell’Astana, riporta spaziociclismo.it, ha spiegato che il libro è “tutto un racconto vero” ma è stato composto come un romanzo e “vuole essere adatto al pubblico non solo di ciclismo”. Del resto, lo si legge nel sito ufficiale della Mondadori, editrice del testo, la storia di Nibali è quella di un ragazzino innamorato della Sicilia, sin dagli anni delle corse in bicicletta. I periodi della sua formazione sono scanditi dalle pedalate, sulla prima superleggera costruita con il padre o sulla mountain bike regalatagli a 14 anni, per le contrade dell’isola e dall’ammirazione per il suo idolo Marco Pantani. Dopo i successi nelle competizioni locali Vincenzo decide di trasferirsi in Toscana per affinare la propria tecnica, allontanandosi così dagli affetti. Il sacrificio viene ripagato: si laurea campione d’Italia nella categoria Juniores, è convocato in Nazionale e compie poi il salto tra i professionisti. In Italia, Francia e Spagna si alternano delusioni e successi clamorosi: vince la Vuelta nel 2010, il Giro nel 2013 e il Tour nel 2014. Questo il percorso umano e professionale raccontato nel libro.
CURIOSO EPISODIO CON LA FORESTALE Intanto Nibali il 2 gennaio è stato protagonista di un curioso episodio. Il campione si stava allenando in zona Villafranca con il fratello Antonio e altri due ciclisti e, come scrive, si24.it, è stato ‘inseguito’ e fermato da una macchina della forestale vicino alla quale era passato nel corso della sessione. A Nibali, che stava transitando su una strada con cartello di blocco per il ghiaccio e che a quanto pare non è stato riconosciuto, sono stati chiesti i documenti dagli uomini del Corpo. La Forestale, secondo quanto riporta Repubblica.it, ha sottolineato in una nota che il corridore “una volta giunto al bivio ha imboccato la strada provinciale malgrado le transenne, un cartello che indicava il divieto e la pericolosità dell’arteria. Se, continuando, fosse caduto la colpa sarebbe stata comunque della Forestale. E chissà quante polemiche trattandosi di un grande campione di fama mondiale”.